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L’Associazione Caponnetto da anni si sta battendo tenacemente per contrastare l’invasione ed il radicamento delle mafie in tutto il territorio del Lazio e,in particolare,di quello che ne rappresenta la parte bassa ,a confine con la Campania e che comprende le province di Latina e di Frosinone.Un territorio il cui sviluppo é ormai irreversibilmente compromesso dal predominio di orde criminali che se ne sono quasi completamente impossessate,grazie anche alle complicità politiche ( vedasi i “casi” Fondi e “Formia”) e,per certi aspetti,anche delle istituzioni territoriali che non hanno quasi mai saputo impostare un’azione efficace di contrasto.”Il “caso Fondi”,del quale si sono occupate le cronache nazionali ed anche internazionali,é stato e resta l’emblema del fallimento e della resa dello Stato dopo che questo ha alzato bandiera bianca rimuovendo e trasferendo l’unico Prefetto –il Dr.Bruno Frattasi – che aveva dimostrato la volontà e le capacità di andare a fondo per eliminare sin dalle radici il cancro mafioso che ha corroso e sta finendo di corrodere tutto il corpo dell’economia pontina.Si é parlato spesso di “pezzi deviati dello Stato” che opererebbero in provincia di Latina e qualche pentito ha fatto riferimento anche alla presenza di elementi dei Servizi Segreti presenti nella vicina Gaeta e che avrebbero operato ,ai tempi della crisi della “munnezza” in Campania.Si é parlato di una sorta di “trattativa” fra camorra e pezzi dello Stato in virtù della quale sarebbe stata concordata una specie di impunità e di disco verde per agevolare l’accaparramento ,da parte di ditte legate alla criminalità organizzata mafiosa ,di appalti pubblici e privati.Nell’articolo di “Latina Oggi” del 2 settembre 2009 dal titolo “Le sviste sulle cosce locali” vengono citate le frasi che avrebbero scritto i PM Diana De Martino e Francesco Curcio in occasione del “caso Fondi” (“Nella stragrande maggioranza dei casi si é proceduto da parte delle diverse autorità giudiziarie di questo distretto rubricando la massa dei fatti oggetto di indagine ,in realtà di stampo mafioso,in fatti di criminalità comune “),mentre il Dr.Prestipino ,Procuratore Aggiunto della DDA di Roma ha fatto ,in occasione di un’audizione della Commissione Parlamentare Antimafia svoltasi a Latina, dichiarazioni che lasciano allibiti e del cui contenuto si parla nell’articolo che riportiamo qui di seguito. Il Ministro dell’Interno e il Presidente del Consiglio dei Ministri,pur informati di tutto quanto é avvenuto ed avviene in provincia di Latina e nel Basso Lazio a mezzo delle numerose interrogazioni parlamentari che sono state presentate ,come quella che pure trascriviamo in coda,non rispondono e né adottano provvedimenti tesi a rimuovere le “difficoltà” a svolgere indagini che appaiono chiare e che lasciano sospettare l’esistenza di una lobby che riesce a condizionare i comportamenti e le decisioni dello stesso potere centrale,oltre che territoriale.Una situazione,insomma,da brivido che andrebbe tutta scandagliata ed indagata per scoprirne origini,contenuti e sviluppi e della quale speriamo che venga chiamato a rendere ragioni ,piene ragioni,il Prefetto di Latina oggi,mercoledì 4 giugno,convocato in audizione a Palazzo San Macuto da parte della Commissione Parlamentare Antimafia.Speriamo !!!!!!!!!!,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,

Michele Prestipino, procuratore aggiunto a Roma e titolare dell’inchiesta “Mafia capitale”, ha raccontato in Commissione antimafia un episodio al limite dell’incredibile che riguarda Latina.

In seguito a una banale denuncia un uomo è stato perquisito a Roma. Il soggetto indossava un giubbotto antiproiettile, sotto al quale nascondeva una chiavetta usb contenente un decreto del Gip di autorizzazione per effettuare alcune intercettazioni nell’ambito di un’inchiesta sulla mafia.

L’uomo aveva addirittura i primi brogliacci di un’attività investigativa ancora in corso, iniziata da poco e affidata alla DDA di Roma. Aveva anche un finto tesserino del Mossad e di un’azienda inglese che si occupa di intercettazioni telefoniche. Dagli approfondimenti è emerso anche di peggio: questa persona lavorava per una ditta che si occupava di moltissime intercettazioni telefoniche nella zona di Latina. Una sorta di subappalto che coinvolge evidentemente persone non integre, né affidabili.

Un caso gravissimo che, secondo Prestipino, non è assolutamente isolato, tanto che è possibile ipotizzare che molte intercettazioni vengano – dopo alcuni giorni – in qualche modo sottoposte ai diretti interessati, vanificandone l’utilità.

 TO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01155

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 17

Seduta di annuncio: 46 del 04/07/2013

Firmatari

Primo firmatario: COLLETTI ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/07/2013

 

Destinatari

Ministero destinatario:

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

>MINISTERO DELL’INTERNO

>MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega

Delegato a rispondere

Data delega

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

04/07/2013

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

04/07/2013

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL’INTERNO delegato in data 11/07/2013

Stato iter: 

IN CORSO

Fasi iter:

SOLLECITO IL 23/04/2014

SOLLECITO IL 14/10/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01155

presentato da

COLLETTI Andrea

testo di

Giovedì 4 luglio 2013, seduta n. 46

COLLETTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
da anni si assiste in tutta la zona del Sud Pontino (Formia, Fondi, Sabaudia, Gaeta e dintorni) al dilagare di fenomeni speculativi che hanno consentito una cementificazione selvaggia e frequenti fenomeni di abusivismo agevolati dalle connessioni tra politica ed imprenditoria locale;
in questo intreccio hanno trovato e trovano terreno fertile le organizzazioni affaristico/malavitose campane e calabresi interessate ad investire ingenti capitali di provenienza illecita nel settore edile ed in quello turistico/commerciale;
in particolare, il territorio pontino è infestato da pericolosi clan criminali come i Bardellino, Esposito/Giuliano, Mallardo, Moccia, Casalesi, Bidognetti e Fabbrocino a Formia, il clan Nuvoletta di Cosa Nostra nella zona portuale di Gaeta, il clan Schiavone/Mallardo della ’Ndrangheta a Fondi, i clan Mallardo, Fabbrocino e Schiavone a Itri e il clanCava/Schiavone a Sabaudia;
si è dimostrata priva di efficacia l’opera di contrasto da parte delle forze dell’ordine locali, mal distribuite sul territorio ed impreparate a svolgere indagini patrimoniali per aggredire i capitali di origine illecita;
l’esistenza di due commissariati di polizia tra Formia e Gaeta, ad esempio, ha portato ad uno spreco di uomini e risorse che si potrebbero evitare istituendo – come proposto dall’Associazione Caponnetto – un unico distretto dotato di un’apposita squadra di polizia giudiziaria che consenta di aumentare i controlli sul territorio e contrastare il traffico di capitali illeciti;
sarebbe anche utile affiancare alla direzione distrettuale Antimafia (DDA) di Roma le procure  di Latina e Cassino dotandole della delega alle indagini ex articolo 51 comma 3-bis del Codice di procedura penale per la persecuzione dei reati di cui all’articolo 416-bis del Codice penale («Associazione di tipo mafioso»);
vi sono infatti i presupposti perché si scateni a Formia una guerra di camorra tra i clan Esposito/Giuliano o Bardellino, entrati in conflitto per motivi legati ad interessi economici concorrenti ed al massiccio traffico di stupefacenti praticato da entrambi nel Sud Pontino;
il rischio di una escalation di atti di violenza è molto elevato, come lasciano presagire le risse e gli avvertimenti di stile camorristico susseguitisi nelle ultime settimane di fronte ad alcuni bar della città, come riportato dalla stampa locale –:
se i Ministri, per quanto di propria competenza, intendono adottare con urgenza ogni misura di polizia idonea a prevenire un’eventuale guerra di camorra nella città di Formia e, più in generale, nel Sud Pontino, anche attraverso l’avvio di verifiche patrimoniali a tappeto e con l’ausilio di reparti specializzati quali i gruppi di investigazione sulla Criminalità organizzata (GICO) della Guardia di finanza;
se il Ministro dell’interno ritenga di approfondire la proposta dell’associazione Caponnetto circa la creazione di un unico distretto di polizia nel Golfo di Gaeta che unifichi le funzioni dei due commissariati attualmente esistenti per contrastare più efficacemente la criminalità organizzata;
se siano state avviate indagini in merito alle concessioni edilizie rilasciate dal comune di Itri e di quelle relative alla fascia costiera del comune di Fondi dagli anni 90 ad oggi, con riferimento di reati di riciclaggio e di intestazione fittizia di beni messi in passato sotto sequestro;
se sia nelle intenzioni del Ministro della giustizia sostenere con vigore l’estensione della delega alle procure di Latina e Cassino, ex articolo 51 comma 3-bis del codice di procedura penale, per la persecuzione dei reati di mafia. (4-01155)