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Il parere dell’Associazione Caponnetto sulla “rimozione” da parte del CSM del Procuratore Capo della Repubblica di Frosinone

UN NOSTRO COMMENTO ALLA “ RIMOZIONE” DA PARTE DEL CSM DEL PROCURATORE CAPO DELLA REPUBBLICA DI FROSINONE

Lo abbiamo detto sin dal giorno della nostra costituzione: noi vogliamo essere una vera associazione antimafia, un sodalizio, cioè, che non vuole limitarsi a… raccontare le mafie, ma, al contrario, che vuole combattere le mafie in tutti i modi possibili consentiti dalla legge, scovando i mafiosi, facendoli arrestare, facendo confiscare loro i beni accumulati violentando e sfruttando i cittadini onesti.

Qualcuno ci accusa di esserci trasformati in un organismo… investigativo, quasi a voler far concorrenza alle forze dell’ordine ed alla magistratura. Non è così. A questi nostri detrattori, rispondiamo che: noi non intendiamo per mafiosi solamente quelli che sparano, l’ala cosiddetta “militare”. Questa è la manovalanza, la parte rozza.

Noi intendiamo, al contrario, combattere soprattutto quella dei “colletti bianchi”, la borghesia mafiosa, quella che si annida nelle istituzioni, nella politica, nelle professioni, fra i cittadini considerati “per bene “, ma che, in modo diretto od indiretto, oggettivamente favoriscono le mafie.

Gli amministratori pubblici che nella redazione degli strumenti urbanistici favoriscono le mafie; i notai che nella registrazione e compilazione degli atti favoriscono le mafie; gli esponenti politici ed istituzionali che, nella formazione delle leggi o nella loro applicazione, favoriscono i mafiosi ed i loro sodali; gli esponenti delle istituzioni che non applicano le leggi antimafia o che, comunque, ne rallentano l’applicazione; i magistrati o i rappresentanti delle forze dell’ordine che non fanno compiutamente il loro dovere sul versante dell’azione contro le mafie. Punto.

Il nostro giudizio su questi non è mai personale, né investe le loro qualità morali o professionali.

Diciamo, a scanso di equivoci, che per noi si tratta di tutte persone perbene e di valenti servitori dello Stato.

Noi li giudichiamo solamente sul piano della loro azione contro le mafie.

Esaltiamo quelli solerti e determinati, come –tanto per citare qualche esempio – il Procuratore di Tivoli De Ficchy- nei confronti del quale nutriamo un sentimento oltreché di stima anche di affetto-, il nuovo Procuratore di Civitavecchia Amendola, quello nuovo di Velletri Piro ecc.

Non con lo stesso entusiasmo possiamo pronunciarci nei confronti di quelli di Latina Mancini e quello di Frosinone Gerunda, due magistrati sulla cui nomina rimandiamo a quanto è scritto sul sito di Magistratura Democratica.

Nei confronti di questi due magistrati inquirenti non abbiamo mai nascosto il nostro giudizio. La loro azione antimafia non è stata mai, quanto meno, efficace.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti!!!

Le mafie hanno invaso le province di Latina e Frosinone, tutto il Basso Lazio, cioè, senza che vi siano stati mai un pronunciamento ed un’azione, soprattutto, incisivi. Tutte o quasi, infatti, le operazioni di polizia e giudiziarie antimafia effettuate nelle due province sono state fatte “da fuori”, da magistrati e forze dell’ordine di altre province del Paese. Mai, o quasi, su impulso delle Procure locali.

Diciamo il falso? Qualcuno ci smentisca.

A Frosinone qualche risultato significativo si è cominciato a vedere solamente dal giorno in cui è arrivato il nuovo Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello Salato, nei confronti del quale noi non ci stancheremo mai di pronunciare parole di stima, di incoraggiamento e di solidarietà. Tutto il resto –Procuratore capo della Repubblica, Prefetto, Questore, Comandante provinciale dei Carabinieri- secondo noi non va. Saranno, questi, tutti ottimi servitori dello Stato, bravi, onesti. Ma in una provincia invasa dalle mafie ci vogliono altre qualità. A Frosinone, Come a Latina, dove, a parte il Prefetto Frattasi ed il Questore D’Angelo, soprattutto il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza non sta dimostrando di possedere le qualità necessarie per contrastare l’avanzata inarrestabile delle mafie, un’avanzata che le ha portate ad insediarsi addirittura in molti consigli comunali ecc.. Come, o quasi, è avvenuto in Sicilia, in Calabria, in Campania e così via.

Non ci è possibile, pertanto, schierarci dalla parte di coloro che in questi giorni stanno protestando per la “ rimozione” da parte del CSM del Procuratore Capo di Frosinone.

Come, pure, ci auguriamo che il CSM adotti anche per Latina un provvedimento analogo.

Il Basso Lazio ha bisogno, ammesso che non sia troppo tardi, di magistrati e di Comandanti delle forze dell’ordine “da trincea”. Come De Ficchy, Piro, Amendola, Salato ecc.!!!

Ass. Antonino Caponnetto