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Da “Il Messaggero”-Mafia Capitale, “Caponnetto” parte civile

Il Messaggero, Giovedì, 19 novembre 2015

Mafia Capitale, “Caponnetto” parte civile
il ruolo dell’ associazione nazionale antimafia riconosciuto anche nel troncone principale del processo le difese di carminati, buzzi e degli altri imputati avranno quindi come controparte anche l’ avvocato alfredo galasso

di Antonello Fronzuto

IL PROCESSO Riconosciuto anche nel troncone principale del processo “Mafia Capitale” il ruolo dell’ associazione nazionale antimafia Antonino Caponnetto. Durante l’ udienza di ammissione delle parti, tenutasi nell’ aula bunker del carcere di Rebibbia, La decima corte penale del Tribunale di Roma presieduta dal magistrato Rosanna Ianniello ha riconosciuto la pertinenza della costituzione di parte civile dell’ associazione. Giudicata un faro di legalità, insieme ad associazioni antimafia del calibro di quella antiracket Paolo Borsellino, Libera, Sos impresa, Cittadinanzattiva. Le difese di Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e gli altri protagonisti che secondo la Procura popolavano il “Mondo di mezzo”, dovranno vedersela dunque anche con l’ avvocato Alfredo Galasso, presidente onorario dell’ associazione e molto conosciuto negli ambienti giudiziari per aver preso parte ai processi Pecorelli ed al maxiprocesso di Palermo. Visibilmente soddisfatto il segretario Elvio Di Cesare. «C’ è stata una forte battaglia sull’ ammissione delle associazioni al processo – ha spiegato – ma pochi hanno avuto da obiettare sulla “Caponnetto”, la cui autorevolezza non è stata mai messa in dubbio. È chiaro che il tentativo di escludere le associazioni antimafia mirava a scardinare le tesi della procura e segnatamente la contestazione dell’ associazione mafiosa». Un risultato particolarmente importante considerando che sono 23 in tutto le parti civili ammesse tra cui figurano Regione Lazio, Comune di Roma e ministero degli Interni, mentre sono state escluse le associazioni dedite per statuto a migliorare genericamente il rapporto tra cittadino e la pubblica amministrazione come ad esempio Legambiente e Codacons. «Questo atto ci ripaga moralmente dei tanti sacrifici che facciamo da 15 anni. Ringrazio i volontari dell’ associazione, quel pugno di uomini e donne che in silenzio, rimettendoci spesso anche di tasca propria e correndo peraltro continui rischi – conclude il segretario – arrivano a sacrificare interessi ed anche affetti per battersi con azioni concrete». In realtà non si tratta di un riconoscimento isolato. Nel primo troncone processuale oltre alla condanna con rito abbreviato per Emilio Gammuto era arrivato il riconoscimento di un risarcimento per 5.000 euro. Altri 100.000 euro erano stati assegnati nella sentenza contro il clan Fasciani, al termine del processo “Mafia Ostia”.