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Le parole sagge,puntuali ed appropriate del Procuratore Nazionale Roberti:I Prefetti debbono riassumere il loro ruolo di attori di prevenzione antimafia previsto dalla legge e non adeguatamente svolto,mentre i cittadini debbono collaborare con la magistratura aiutandola a combattere le mafie.Quando noi dell’Associazione Caponnetto sosteniamo che non ha alcun senso per le associazioni antimafia continuare a svolgere un’azione solamente declamatoria ed autorappresentativa senza produrre alcunchè come contributo effettivo alla lotta contro le mafie.L’Associazione Caponnetto basa tutto il suo modo di essere e di operare su tre elementi fondamentali: l’INDAGINE,la DENUNCIA,la PROPOSTA.Essa,peraltro,non é nè vuole essere strumento di questa o quella parte politica,di questo o quel gruppo.Queste sono l’identità e le sole strade indicate dall’Associazione Caponnetto a chi vuole riconoscersi in essa.

Roberti a Napoli: «Per battere la camorra c’è bisogno anche dell’aiuto dei cittadini»

di CARLA GUARNIERI

NAPOLI – Doveva essere un incontro ristretto per discutere delle infiltrazioni camorristiche negli enti locali e delle certificazioni antimafia, e si è trasformato in «conferenza regionale per la sicurezza perché sono presenti i comitati provinciali di tutte le cinque realtà campane».

Come ha spiegato il Prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, accogliendo il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti. «Le misure annunciate dal ministro possono essere efficaci, servono ad affrontare la situazione dell’ordine pubblico a livello emergenziale», ha commentato così il piano per la sicurezza a Napoli, «ci sono anche altri interventi da attuare che credo Alfano abbia recepito, di tipo sociale. Scuole, case, reti idriche, vale a dire tutto quello che serve a contendere alla camorra il controllo del territorio e a contenerla in ambiti marginali».

(Il testo continua dopo l’immagine.)

«Il maggiore coordinamento tra organismi amministrativi, giudiziari e investigativi significherà, ad esempio,  migliore scambio di informazioni che possono mettere i prefetti in condizioni di esercitare al meglio le loro funzioni in materia di interdittive antimafia e nel controllo delle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti. In arrivo 200 unità che «serviranno a rafforzare l’apparato investigativo», spiega il capo della DNA.

Per combattere la camorra é necessaria anche «una maggiore fiducia dei cittadini nelle istituzioni», che si crea anche «vincendo la mitizzazione della criminalità organizzata che contribuisce a creare nei cittadini onesti un senso di rassegnazione». Secondo Franco Roberti, si tratta di fenomeni che ingigantiscono la percezione che abbiamo della camorra: «Dobbiamo avere una visione realistica, guardando in faccia le cose, senza nasconderle: questo contribuisce a migliorare la fiducia dei cittadini e quindi anche la loro collaborazione».

Sul fenomeno dei baby boss non servono particolari adeguamenti normativi: «La qualità della risposta che siamo dipende spesso dalla qualità degli uomini e delle donne cui è affidata questa risposta». Il miglior modo per affrontare i problemi, dal suo punto di vista, è «effettuando una giusta ricognizione della situazione e organizzando azioni coordinate».