Cerca

Sorrento e la criminalità mafiosa delle facce pulite e dei colletti bianchi.

 

inserito da Salvatore Caccaviello.

Una concreta e realistica analisi quella pubblicata su facebook da Elvio Di Cesare, Segretario nazionale dell’ Associazione antimafia “Antonino Caponnetto”, con la quale si delinea un quadro alquanto preoccupante per il  nostro territorio. Il quale ,sebbene le nostre autorità con un certo “coraggio” smentiscono, sembrerebbe sempre più oggetto di attenzione  da parte della malavita organizzata. Le organizzazioni criminali continuamente tentano investire, spesso riuscendoci con l’aiuto di propri infiltrati che talvolta potrebbero occupare sin anche posti di rilievo oppure tramite personaggi all’apparenza al disopra di ogni sospetto,danaro frutto di attività illecite lungo i  territori dalle economie in salute. Anche la penisola sorrentina dove fortunatamente anche quest’anno si è dimostrato che il turismo è una risorsa che non soffre molto dell’attuale crisi economica,  potrebbe essere senz’altro oggetto delle mire della criminalità organizzata. Un allarme  a cui, oltre alle Istituzioni presenti sul territorio  cittadini, imprenditori onesti e perbene sono chiamati a riflettere e porre, prima che sia troppo tardi, la propria attenzione. A tale proposito sarebbe bene ricordare le parole di un dei più grandi eroi della lotta alla criminalità organizzata: “La mafia si caratterizza per la sua rapidità nell’adeguare valori arcaici alle esigenze del presente, per la sua abilità nel confondersi con la società civile, per l’uso dell’intimidazione e della violenza, per il numero e la statura criminale dei suoi adepti, per la sua capacità ad essere sempre diversa e sempre uguale a se stessa”.  – Giovanni Falcone, Cose di Cosa Nostra, 1991. (s.c.)

Mafie nell’area sorrentina e di Castellammare di Stabia. – di Elvio Di Cesare

Tempo fa abbiamo pubblicato sul sito web dell’Associazione Caponnetto un articolo con il quale intendevamo lanciare un nostro grido di allarme sulle attività della criminalità organizzata sul territorio di Sorrento e dell’intera area ad essa circostante e richiamare,inoltre, una particolare attenzione della magistratura e delle forze dell’ordine su quell’area per eventualmente aiutarle e non lasciarle sole a combattere contro una criminalità imprenditrice che si nasconde indossando …………..abiti puliti e firmati.
Un amico ci ha descritto quel territorio come una sorta della “cuccia del cane che,dormendo sul posto ,va a defecare fuori dal posto dove dorme”.
In sostanza egli ha voluto dire che “i clan stanno a Sorrento ,ma , un pò come il cane che va a fare i suoi bisogni fuori dalla sua cuccia,vanno a commettere le violenze altrove”.
A Sorrento non fanno chiasso ed investono solamente montagne di capitali , comprando tutto.
Una camorra che assume il volto dell’imprenditore e che non spara.
Una camorra che si impossessa di quasi tutto,in tutti i settori economici,da quello alberghiero a quello della ristorazione e dei bar ,da quello balneare a quello del gioco e del tempo libero o dell’abbigliamento firmato
. Magari, anzi sicuramente, utilizzando “facce pulite”,prestanome e mai uno appartenente notoriamente ai clan che dominano il territorio.
Sorrento e il suo territorio distano poco più di una decina di chilometri da paesi e città come Castellammare di Stabia,Gragnano,Pimonte,Santa Maria la Carità,S.Antonio Abate,dove la camorra é padrona anche dell’aria che respiri ed esercita il suo dominio assoluto con tutti i mezzi,anche sparando.
Ed e’ assurdo pensare che essa abbia lasciato indenne un’area – quella della penisola sorrentina- che,distando dieci o poco più chilometri,rappresenta un enclave dove poter investire i suoi miliardari proventi illeciti.
In passato c’é stato da parte della società civile qualche tentativo di reazione a questo stato di cose.
Lo prova ,appunto,questo vecchio articolo che riportiamo: “A Sorrento e nella penisola sorrentina è necessario ed urgente dar vita ad un particolare apparato di vigilanza. Su un territorio così ricco la camorra è fortemente interessata e, ovviamente, presente ed attiva”.
Pubblicato 26 Agosto 2014 | Da admin 2 – Le rivelazioni degli investimenti della camorra stabiese in penisola sorrentina arrivano dal pentimento del braccio destro di Enzo
D’Alessandro. E’……………… a raccontare come le scommesse e i
videopoker sono i principali settori di interessi per il riciclaggio
dei soldi sporchi.
“Onestamente è come se fosse stata scoperta l’acqua calda. In effettiè da anni che si sente il fiato sul collo della malavita. La penisola sorrentina è una terra florida, invidiata ovunque. Ma che attira interessi criminali a cui bisogna contrapporre un’energica e furiosa rivolta per far sì che qui si evitino pericoli scongiurando il rischio che l’isola felice di una volta non torni mai più e diventi uno sbiadito ricordo da conservare nei libri di storia”. È il commento,secco e preciso,del Presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Sorrento, Rosario Fiorentino. Che interviene a piedi uniti nell’ampio dibattito politico riscoppiato negli ultimi giorni dopo le
nuove rivelazioni sui rapporti fra la criminalità e la penisola sorrentina. “C’è il timore che le cose possano peggiorare, il ……………………., ha rilanciato l’appello ai sindaci: ovvero vigilare e combattere di più le attività illecite. Proprio loro, i primi cittadini, nelle scorse settimane rispedirono al mittente il disegno secondo il quale Sorrento e la penisola fossero accerchiate dalla camorra. Ma le ultime notizie vanno in senso opposto. Qui, dunque, serve un cambio di marcia. Perché – sottolinea Fiorentino – più passa il tempo e più si peggiora. Serve arginare la
costiera in tutti i modi dagli interessi della malavita. Non è semplice, ma è necessario scendere in campo con più vigore. Qui non possiamo continuare a vivere con la presunzione che la penisola sorrentina sia una realtà completamente distaccata da un circondario in cui la criminalità ha messo radici per poi espandersi lì dove è possibile reinvestire con riscontri i propri proventi illeciti. Bisogna aprire un capitolo di indagini sulla questione riciclo. Qui in penisola sorrentina mi pare che tale tematica sia di prioritaria importanza. Siamo accerchiati. Le rivelazioni sull’espansione dei clan
a Sorrento sono decisive perché sconfessano le certezze dei sindaci confermando quel che dicevamo da tempo: c’è un problema, grosso, da affrontare. In penisola la malavita si presenta sotto forme diverse da quelle “abituali” in realtà così vicine. Occhio alle transazioni, alle
operazioni immobiliari, all’arrivo di capitali di dubbia matrice. Gli investimenti sono una valvola di sfogo con cui la criminalit
organizzata, in penisola, avanza giorno dopo giorno”. Ma c’è di più:
Stiamo preparando – spiega il presidente della Commissione Trasparenza – un appello da rivolgere alle istituzioni locali per
coordinare un programma di lavoro costruttivo per salvaguardare l’identità sana della penisola sorrentina da opporre ai malviventi che
tendono ad arrivare dalle nostre parti per fare affari. Dai processi
arrivano vere e proprie batoste per chi diceva che qui a Sorrento
bisognava stare sereni. Mi spiace che qualcuno si sia fatto portavoce
di messaggi sbugiardati in tutto e per tutto. Coalizziamo le forze sane della penisola, forze politiche e di polizia, per lottare con tutte le nostre forze
”. – Orbene ,non va dimenticato che l’Associazione Caponnetto non é e non intende essere come molti altri sodalizi che – così come lamentava Paolo Borsellino che molto spesso tutti invocano senza sapere nemmeno quello che egli abbia detto – si limitano alla retorica addossando tutto il peso dell’azione pratica della lotta alle mafie sulle sole spalle della magistratura e delle forze dell’ordine. Il fatto che la nostra Associazione si ispiri e porti il nome di uno dei più grandi magistrati italiani,il “papa’ spirituale” proprio di Falcone e Borsellino,e che,inoltre,abbia come suo Presidente onorario un altro grande magistrato la diversifica da tanti altri e la induce a fare un tipo di antimafia “diverso” dall’usuale.
Pratico,operativo,incisivo e significativo.
Noi,dove siamo in grado,non lasciamo mai sole Magistratura e Forze dell’Ordine a combattere la criminalità mafiosa ,sia essa quella militare e violenta,sia,soprattutto,quella economica.
E,quindi,politica ed anche,eventualmente,istituzionale.
Quella dei “colletti bianchi”.La più insidiosa!!
Il nostro lavoro si basa,quindi,su un’osservazione continua,sull’annotazione di ogni fatto e di ogni fenomeno, e,infine,sulle “visure camerali”,’l’unico strumento,questo,per risalire a chi c’é “dietro”. Con l’obiettivo di individuare i soggetti,diretti ed indiretti,pupi e pupari,per poi alla fine rendere partecipe chi di dovere del frutto della nostra opera di ricerca.
Un lavoro,quello nostro, intelligente,profondo,di scavo continuo,anche costoso ,ma che si rende utile e necessario dovunque e,soprattutto,laddove ci troviamo di fronte ad una camorra che non appare,non visibile,una camorra dalla “faccia pulita”.
Per fare questo,però,abbiamo bisogno della collaborazione della gente perbene,di quella che ti segnala, senza esporsi in prima persona. Ci esponiamo noi assicurando ad ognuno l’anonimato!
E’ un caldo appello,pertanto,che rivolgiamo a tutte le persone perbene di quel territorio.
Segnalataci ogni situazione,ogni fatto -anche sospetti -che può fornirci le basi per avviare delle ricerche. Solo in tal modo si può iniziare un lavoro serio di contrasto alle attività dei clan fortemente radicati sul territorio. Ottobre 2014 – 
Elvio Di Cesare – Segretario Nazionale Associazione Antimafia “Antonino Caponnetto”.