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.Convegno Gruppo del Senato del Partito Democratico e della Federazione P.D. di Latina.Un incontro dal titolo suggestivo e roboante che poteva contribuire a chiarire molti lati oscuri della situazione pontina,ma che,chiuso e tutto interno al PD come si é svolto,si é risolto in un evento solamente propagandistico, di natura esclusivamente elettoralistica,stante l’imminenza delle elezioni a Fondi, di un partito timoroso di nascondere le sue grosse responsabilità sul versante delle lotta alle mafie ormai fortemente inserite nell’economia,nella politica e nelle stesse istituzioni pontine e laziali.Che delusione !!!!!!!

 

fONDI,un “caso nazionale” del quale si é interessata la stampa nazionale ed anche internazionale,che ha messo in luce tutte le titubanze ed i ritardi di un partito – il PD – che avrebbe potuto e dovuto  affrontare una battaglia di bonifica morale e materiale di un territorio devastato dalla mafia e che,invece,ancora una volta ha mostrato il volto di un soggetto ripiegato su se stesso  e che mostra di  aver paura di confrontarsi con  una realtà drammatica in cui il gattopardismo la fa da padrone.Si é cambiato tutto per non cambiare nulla,una pratica tutta italiota,che ha lasciato le cose com’erano,con le stesse facce  e lo stesso quadro”   che hanno        dominato la scena negli anni andati.
Il PD avrebbe potuto giocare un grosso ruolo  di fronte alla scellerata  ed irresponsabile  decisione                    del governo Berlusconi di respingere per ben due volte la richiesta del Prefetto di Latina e del Ministro dell’Interno dell’epoca di sciogliere l’amministrazione per mafia e,invece,a parte qualche timida e breve effervescenza locale,non ha  saputo o voluto mettere in atto a livello nazionale quegli strumenti necessari per denunciare con forza e sconfessare con durezza i comportamenti di Berlusconi e dei suoi accoliti.
Un PD che ha lasciato  da solo il suo unico consigliere comunale,Bruno Fiore,il quale si é trovato, senza alcun sostegno da parte dei dirigenti provinciali di Latina e di quelli centrali,ad affrontare coraggiosamente una battaglia locale che gli é costata,oltre all’isolamento  non solo politico,anche due attentati incendiari di chiara matrice mafiosa  ed i cui autori  materiali e morali sono rimasti,peraltro, sconosciuti.
La relazione  stilata dalla Commissione di accesso composta da V.Prefetti,funzionari della Polizia di Stato e da Ufficiali dell’Arma e della Guardia di Finanza e che ha messo in luce,stando a notizie di stampa,aspetti di grave rilevanza anche di natura penale,é stata “secretata”,la magistratura pontina non ha avviato alcun procedimento e nessuna,proprio nessuna,a cominciare dal PD,ne ha chiesto la “ desecretazione” e l’avvio delle conseguenti procedure giudiziarie.
Si é consentito,senza batter ciglio e senza  sforzarsi minimamente di…………………”capirne le ragioni”     che    il  lavoro    di quella Commissione fosse definito una “patacca” e che funzionari dello Stato fedeli fossero definiti con disprezzo “pezzi deviati dello Stato”.
Un aspetto,questo,che avrebbe dovuto dar vita alla richiesta di nomina di una Commissione  Parlamentare d’inchiesta con il fine  di accertare il “perché” non si é voluto procedere di conseguenza e che,invece,é stato in tutta fretta relegato nel dimenticatoio e coperto da una fitta coltre di nebbia.
Il tutto ,a supporto,evidentemente,del forte sospetto che il famigerato Patto del Nazzareno nel Lazio ed in provincia di Latina abbia origini più antiche di quelle a livello nazionale !
E il sospetto dell’esistenza di tale Patto a livello laziale e pontino é corroborato dalla fisionomia che si é voluto dare al Convegno di Fondi. Un Convegno vietato all’esterno,senza un confronto con soggetti associativi antimafia informati ed attivi sul territorio,con le rappresentanze sindacali delle forze di polizia e con relatori tutti pontini   che sono i responsabili  politici dello scasso che c’é in provincia di Latina sul versante della lotta alle mafie.
Una provincia,quella di Latina,dove fino ad appena qualche anno fa la locale Procura della Repubblica negava l’esistenza delle organizzazioni mafiose radicate sul territorio,dove c’é stato e c’é un impianto investigativo inadeguato ed impreparato,dove non si sono fatte e non si fanno indagini secondo le logiche moderne contro una mafia che é tutta economica e con salde           collusioni      con   pezzi        importanti della politica e delle istituzioni e dove,infine,se non ci fossero state e ci fossero le DDA di Roma e di Napoli soprattutto e i corpi centrali  di DIA,SCICO,GICO,ROS,SCO ecc,,sul versante dell’azione di contrasto alle mafie saremmo ancora al Medioevo.
Possiamo dire con forza  e senza paura di essere smentiti che tutto il merito dei risultati finora conseguiti va attribuito ESCLUSIVAMENTE ai Magistrati delle DDA di Roma e di Napoli e,talvolta,anche di altre regioni .
Tutto il resto é fuffa,bla bla,comprese le affermazioni di Bubbico ……..secondo il quale va contrastata l’idea di chi  “pensa che il problema debba essere risolto con una caserma in più o in meno,un carabiniere in più o in meno,una macchina della polizia che gira per il territorio”.Chi ha mai detto,Vice Ministro Bubbico,cose del genere ?????????????? A quanto ci risulta é stato chiesto e si chiede,al contrario,che  venga ristrutturato tutto l’impianto investigativo puntando tutto sulla “”QUALITA’” e non sulla “quantità”.In provincia di Latina manca l’intelligence e non più poliziotti e carabinieri.Anzi,a dirla tutta,mancano più di tutto i Finanzieri,tenuto conto del fatto che oggi per parlare di mafia bisogna parlare di IMPRESA,soldi,quattrini,come vuole chiamarli.
Che delusione un ……..”convegno” a Fondi che ha tutto il sapore di una riunione interna di un PD che ha paura di misurarsi con l’esterno,con le vere realtà del territorio,che gioca sulla difensiva per paura di essere attaccato per le gravissime responsabilità che ha accumulato su di sè.