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La risposta dell’Associazione Caponnetto al Questore di Latina dr. De Matteis

Gentilissimo Dottor De Matteis,
le sue espressioni di affetto e di stima nei nostri confronti ci hanno commosso.
Ci creda: in un Paese ed in una provincia dove lo Stato si è spesso fino a qualche tempo fa presentato, attraverso alcuni suoi rappresentanti nei territori, come un Giano bifronte che, da una parte, dichiara di voler combattere le mafie e, dall’altra, oggettivamente le favorisce, le parole di apprezzamento di un Questore sulla cui persona non grava alcuna ombra di sospetto di comportamenti contradditori e la cui carriera è caratterizzata da una fedeltà assoluta al giuramento fatto di operare al servizio dello Stato di diritto, ci fanno un immenso piacere e ci spingono ad operare sempre meglio in difesa della legalità e della Giustizia.
Condividiamo le sue analisi circa la presenza in provincia di Latina di altre forme di criminalità, oltre a quella di natura strettamente mafiosa, come quelle della corruzione, i reati ambientali ed il riciclaggio, ma ci consenta di manifestarle il nostro fermo convincimento in ordine ad una loro strettissima correlazione.
Si tratta di metterci d’accordo sul concetto di “mafia”.
Come lei sa c’è una mafia storica, tradizionale, rozza, che spara, pratica la violenza e ha la sua provenienza per lo più da altre regioni, anche se ha taluni suoi affiliati autoctoni, e ce n’è un’altra fatta di volti “puliti”, per lo più di professionisti anche locali, che operano al servizio o quanto meno di concerto con la prima.
Quell'”area grigia” sulla quale non si è mai indagato fino a qualche tempo fa o che, pur avendolo fatto come nei casi della “Formia Connection” o delle “Damasco”, una legislazione carente accompagnata dall’assenza di una cultura antimafia che ha portato, come è stato scritto, a rubricare “la massa dei fatti oggetto di indagine, in realtà di stampo mafioso, in fatti di criminalità comune”, non hanno consentito di arrivare mai al “cuore del sistema”.
Noi, come lei saprà, siamo stati sempre contrari ad un’interpretazione del concetto di mafia come un esercizio retorico e siamo sempre andati al fondo delle situazioni che siamo riusciti, malgrado un tessuto omertoso, ad individuare attraverso un lavoro di ricerca a mezzo delle “visure camerali” e dello studio degli intrecci fra i vari soggetti.
Ebbene, ci permetta di affermare che spesso abbiamo riscontrato che ricorrono gli stessi nominativi o, comunque, altri direttamente od indirettamente ricollegabili a quelli sospettati di collegamenti con elementi mafiosi.
Basta approfondire le ricerche, costruire, rifuggendo dalla tentazione di frazionare gli accertamenti in base alla diversità dei reati, e, alla fine, troverà una strettissima relazione fra quelli di cui al 416 bis, al riciclaggio, ai reati ambientali e alla corruzione.
Un unicum.
E’ ovvio che per arrivare alla costruzione di un unico “quadro”, sono necessari strutture adeguate e, soprattutto, personale specializzato in materia di indagini patrimoniali e finanziarie.
Noi da anni stiamo chiedendo l’assegnazione alla Questura di Latina di personale altamente specializzato su questo versante, come pure abbiamo proposto anche al Capo della Polizia la chiusura del Commissariato di Gaeta e l’istituzione a Formia di un supercommissariato diretto da un 1° Dirigente, come a Scampia e con una sezione distaccata della Squadra Mobile di Latina.
Lei in certo senso può ritenersi “fortunato” in quanto ha trovato a Latina una magistratura inquirente ed anche giudicante “diversa” da quella del passato, più attenta ai fenomeni delinquenziali sia mafiosi che comuni ed ha, pertanto, le condizioni più favorevoli per operare al meglio apportando i cambiamenti opportuni.
Noi, come al solito, saremo sempre, per quanto ci è consentito, al fianco suo e di tutti coloro che operano per la Giustizia e per lo Stato di diritto.
Di nuovo un grazie di cuore, i saluti più caldi ed un pensiero affettuoso.