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Cosa significa una presenza quasi stabile di “nanà ‘o cecato” a Gaeta? Cosa stava a fare?

Gaeta, arrestato esponente di spicco del clan “Lo Russo”

Gaeta – Duro colpo quello inferto dalla giustizia alla criminalità organizzata durante il week-end, con l’arresto firmato dai Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Formia di Gaetano Tipaldi, considerato pericoloso esponente del clan “Lo Russo”, pare noto nell’ambiente con il soprannome di “Nanà o’ cecato”. Nato a Napoli nel 1946, pluripregiudicato, residente del capoluogo partenopeo, ma domiciliato a Gaeta, secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo ricopriva il ruolo di dirigente ed organizzatore del sodalizio mafioso operante nell’area nord di Napoli. Sabato, al termine di un’intensa attività di indagine dei militari tra le province di Latina, Caserta e Napoli, è stato individuato ed arrestato nel quartiere di Miano della città ai piedi del Vesuvio anche Gaetano Tipaldi, che risulterebbe essere un’altra figura preminente del sodalizio. L’azione investigativa è scattata a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che il Tribunale di Napoli, lo scorso 17 ottobre, ha emesso a carico del Tialdi per l’articolo 416 bis del Codice Penale, ovvero “associazione di tipo mafioso” e gli articoli 110 e 629 del Codice Penale in relazione all’articolo 628/3, ovvero “concorso in estorsione”. Il boss, raggiunto dai mi- litari dell’Arma di Formia, è stato sorpreso in procinto di allontanarsi per rifugiarsi altrove, nel tentativo di rendersi irreperibile. Nonostante ciò, però, l’uomo è stato bloccato e tradotto presso la casa circondariale di Napoli, Secondigliano, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. E’ un nome diverso, rispetto ai clan noti alle cronache della zona, quello che emerge alla ribalta con questo nuovo arresto nel Sud Pontino, che si conferma “terra di mezzo”, “terra d’interesse”, “terra di camorra”.

 

E’ un segnale davvero inquietante la presenza a Gaeta di un personaggio di spicco di un clan importante qual’è quello dei Lo Russo.
“Nanà ‘o cecato” non è un soggetto qualsiasi, un “soldato”, ma un boss.
Sembra che egli sia addirittura imparentato con i Lo Russo e, se ciò risultasse vero, egli sarebbe “un” boss, se non proprio “il” boss.
La camorra napoletana non è strutturata come “Cosa Nostra”, con una “cupola” che regolamenta tutto l’agire delle singole famiglie.
I Casalesi possono definirsi affiliati a Cosa Nostra e sono alleati di Cosa Nostra, ma gli altri clan no.
Questi rappresentano una costellazione di clan ognuno dei quali agisce per conto proprio, spesso l’un contro l’altro armato.
Ognuno ha il suo territorio, attento a non sconfinare, pena l’insorgenza di conflitti sanguinosi
Orbene la presenza stabile – si dice che il Tipaldi stesse a Gaeta ad abitare da parecchio tempo in una traversa di Corso Italia e si facesse anche vedere in giro- potrebbe significare tante cose.
Gaeta, come in genere il sud pontino, è “provincia di Casale”, quindi terra sotto il tallone dei Casalesi.
Stupisce, quindi, il fatto che ci sia stata una presenza stabile di un- o del- capo di un clan del napoletano.
Un clan, peraltro, importante e pericolosissimo.
Cosa stava facendo a Gaeta “Nanà ‘ o cecato”?
Non di certo in villeggiatura perché questa è gente che non può permetterselo in quanto deve stare sempre su piazza a dirigere, a controllare, a curare gli affari del clan.
Sicuramente egli aveva delle sponde, dei sostegni, degli alleati, dei sodali.
In un periodo in cui i vertici dei Casalesi sono stati decapitati da un’azione forte della Magistratura e delle forze dell’ordine e le varie loro bande sono momentaneamente allo sbando, è possibile che egli stesse qua per approfittare
di tale sbandamento con l’obiettivo di soppiantarli nel controllo del territorio.
Se tale lettura fosse fondata, si sarebbe potuto ipotizzare a breve uno scontro a fuoco fra l’esercito dei Lo Russo e le varie frange di quello dei Casalesi che, non avendo più alla loro testa un capo carismatico, avrebbero potuto agire da schegge impazzite e sfuggire a qualsiasi regola.
Si è verificato più volte e non solo ai tempi di Schiavone-Bardellino contro i cutoliani, ma anche in un recente passato con i Di Lauro e gli “scissionisti”.
In passato sia a Formia che a Gaeta ci sono state compresenze di “napoletani” e “casertani”, ma erano altri tempi.
Il carniere era ben guarnito e c’erano affari da fare per tutti.
Oggi la situazione è cambiata in quanto, vuoi per la crisi che attanaglia il Paese ed il sud pontino, vuoi per la forte pressione che hanno cominciato ad esercitare, finalmente, magistratura e forze dell’ordine, i margini di manovra si sono ridotti, il carniere si è impoverito e non c’è più spazio per tutti.
O tu o io.
Questa potrebbe essere una chiave di lettura che ci potrebbe portare ad un ‘ipotesi di scontro mortale fra bande.
Una seconda potrebbe essere quella di un accordo intercorso fra i Casalesi ed i Lo Russo dopo che i primi si sono visti costretti a prendere atto della loro debolezza e, quindi, a cedere lo scettro del comando ad un altro clan.
Anche, però, nel caso di questa seconda chiave di lettura, si sarebbe potuto ipotizzare qualcosa di pirotecnico nel senso che non tutti, fra i Casalesi, potrebbero essere stati d’accordo a diventare subalterni e qualcosa di grosso si sarebbe potuto comunque verificare.
Nell’uno come nell’altro caso, con la presenza di questo soggetto a Gaeta, si è rischiato grosso e la sua cattura è servita probabilmente ad evitarlo.
Il problema è:
chi ha “coperto” “nanà ‘o cecato”, trovandogli casa?
Chi ha frequentato?
Quali sono le persone del posto con le quali aveva rapporti?
Quali attività intendeva intraprendere?
In quali campi?
Traffici di stupefacenti?
di armi?
di prostituzione?
estorsioni?
riciclaggio?
compravendite”?
Sicuramente egli avrà tentato di intessere rapporti anche con qualcuno del mondo della politica e delle istituzioni locali, così come con altri pregiudicati e non, perché un boss, quando decide di spostarsi dal suo territorio ad un altro, lo fa solo dopo che soggetti locali suoi amici gli hanno assicurato di poter continuare a svolgere la sua attività losca.
Quanto prima e, forse, ancor più di prima!!!
Ora, catturato lui, bisogna individuare e catturare i suoi amici e compari.
Forse, il lavoro più complesso perché al magistrato devi portare i riscontri.