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L’antimafia vera si fa mantenendosi autonomi dalla politica e dalle istituzioni e senza chiedere ed accettare favori, vantaggi, beneficenze da esse. Il “modello” dell’Associazione Caponnetto

ATTENTI ALL’INFORMAZIONE CHE SI VEICOLA SUL WEB…
Lo diciamo soprattutto a chi sostiene di combattere o di voler combattere il malaffare e le mafie.
Lo diciamo a noi stessi, ai nostri aderenti, ai nostri simpatizzanti ed a tutti coloro che dicono di apprezzare il nostro modo di fare “antimafia” e ci trasmettono notizie con il proposito di farle pubblicare sul nostro sito e sulle nostre pagine Facebook.
Un volume di fuoco non indifferente alla cui “qualità” noi dedichiamo una particolare attenzione guardando soprattutto al suo alto contenuto educativo, di orientamento, pedagogico, di denuncia, di stimolo
L’Associazione Caponnetto non va vista come un’associazione al pari di tante altre.
Un’associazione, cioè, messa in piedi per soddisfare le esigenze d’immagine o politiche o economiche di qualcuno o di alcuni, un sodalizio che esaurisce tutto il suo essere farfugliando giudizi politici o parapolitici, parlando di cose passate e peraltro non analizzandone genesi e conseguenze, promuovendo commemorazioni o altre iniziative di parata, di immagine e basta.
Essa, al contrario, ha tenuto, sin dall’origine, a caratterizzarsi come un gruppo operativo, di attacco, un’avanguardia che ha come suo esclusivo obiettivo quello di colpire al cuore i mafiosi.
Non tanto quelli del livello basso, l’ala militare, ma soprattutto la “testa “della mafia, la mafia “alta”, quella che si annida nella politica, nelle istituzioni, nell’economia, nelle professioni.
La testa, non i piedi.
Orbene, bisogna saper “leggere” la mafia, capirne struttura e punti di comando.
Altrimenti si macina aria fritta.
Si fa bla bla.
Che non conta niente.
Non incide.
Non colpisce. Anzi, peggio, si disinforma.
Si diseduca.
Si depista.
Si fa il gioco dei mafiosi.
Qualcuno parla di mafia nell’antimafia.
Questo ci indigna e ci addolora al contempo.
Parlare di strada rotta, di ponte che rischia di crollare, di semplice corruzione nella pubblica amministrazione, senza andare ad analizzarne cause, se naturali o volute, a scoprirne retroscena, non significa combattere le mafie.
Tutta la spazzatura che ci arriva tramite agenzie, messaggi, fonti varie, private o pubbliche, va attentamente analizzato e selezionato.
Insomma, l’informazione va studiata prima di farla propria e ne va utilizzata solo quella parte che si presta al tipo di attività che noi svolgiamo.
Un’attivita’ – lo ripetiamo – che ha come unico scopo quello di colpire al cuore ed alla testa la mafia.
Anzi, per essere ancor più precisi, le mafie.
Ma per fare ciò, è assolutamente necessario essere LIBERI da tutto e da tutti perché, se noi ammettiamo che la mafia vera si annida nella politica e nelle istituzioni, saremmo in piena e palesa contraddizione con noi stessi se accettassimo di appiattirci, con privilegi, favori, concessioni, beneficenze, vantaggi di
qualsiasi natura, come purtroppo fanno altri, su uomini e segmenti della politica e delle istituzioni.
L’antimafia sociale, se tale vuole essere, DEVE farsi gratuitamente e senza alcun interesse.
Di qualsiasi natura.
Così è nata l’Associazione Caponnetto e così essa sarà per l’avvenire.