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Il Capo Dipartimento Personale Ministero degli Interni incontra l’UNADIR

IL CAPO DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE DEL PERSONALE DEL MINISTERO DELL’INTERNO PREFETTO RICCARDO COMPAGNUCCI APRE ALL’UNADIR, SINDACATO DEI PREFETTIZI E DEGLI EX DIRETTIVI CONTRATTUALIZZATI.
L’UNADIR esprime soddisfazione per la tangibile sensibilità istituzionale dimostrata dal Prefetto Riccardo Compagnucci, che ha ricevuto in data odierna il Segretario Nazionale ed il Segretario regionale della Campania, a comprova del fatto che il Sindacato antepone alle proprie azioni il coinvolgimento ed il pieno rispetto dell’Amministrazione di appartenenza.
Tale evento dimostra apertura nei confronti di una sigla sindacale che, pur non essendo rappresentativa, rivendica con spunti propositivi e con la piena consapevolezza di dover rafforzare il prestigio della stessa, la necessità di un intervento a sostegno della difesa dei principi di legalità ed imparzialità, lottando ogni forma di distorsione dei ruoli istituzionali e di devianze rispetto alle finalità assegnate dal legislatore al Ministero dell’Interno,
L’apertura dell’Amministrazione – e di tanto si ringrazia il Capo Dipartimento -, riapre finalmente la speranza di dover affrontare tematiche delicate all’interno degli apparati lavorativi, atteso che è in questi ambiti che bisogna agire tempestivamente per esaminare fenomeni degenerativi prima che gli stessi assumano contorni di rilievo giudiziario.
In tal modo si apre la speranza di intravedere uno scenario di riduzione dei gravosi compiti, troppo spesso demandati solo alla magistratura, ma che, invece, come più volte l’UNADIR ha evidenziato, dovrebbero essere preventivamente ed adeguatamente affrontati e risolti con sagacia, competenza, equilibrio ed imparzialità proprio all’interno di ciascun ambito lavorativo.
Troppi scandali hanno leso e stanno ledendo il prestigio delle categorie tutelate, ragion per cui l’UNADIR sta valutando di costituirsi parte civile per le vicende nelle quali si registrano da parte di taluni soggetti, e quindi chicchessia, di documentate forme di corruzione, di devianza dai ruoli istituzionali, laddove il relativo operato risulta inequivocabilmente permeabile a voleri ed interessi di quella parte del contesto politico mafioso.
E’ un segnale questo incoraggiante anche per quei colleghi maltrattati ed emarginati, perché rei di avere rifiutato logiche di cordata, logiche tipizzate e consolidate anche con l’avallo di altri sindacalisti, connotate dal deleterio fenomeno di accaparramento degli incarichi di prestigio con forme di denigrazione, che si spingono fino ad arrivare alla delegittimazione di coloro che, con dignità e coerenza, rifiutano quelle logiche clientelari, e che vedono bloccata ogni opportunità di avanzamento di carriera, pur essendo meritevoli.