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Senza la DENUNCIA, nomi e cognomi, dei clan e dei loro sodali annidati nella politica e nelle istituzioni, NON è antimafia. E’ altra cosa. O ci si decide ad invertire la rotta passando da un’”antimafia” parolaia e politicizzata ad una completamente diversa, tutta operativa, pratica, basata sulla INDAGINE e sulla DENUNCIA, o prendiamo atto della sconfitta definitiva della vera antimafia

“LA TRAVE PASSA ED IL PELO INTOPPA”
E’ con un profondo senso di angoscia che appare sempre più evidente l’inadeguatezza di un’azione di contrasto alle mafie da parte, non solo delle istituzioni e della politica, ma anche di gran parte di quella cosiddetta antimafia sociale che, al contrario, spingendo, sollecitando, denunciando, supportando magistratura e forze dell’ordine e fornendo a queste stimoli e piste investigative, dovrebbe rappresentare la punta di diamante nella lotta al crimine organizzato.
Non si riscontra, purtroppo, quel fervore di attività e di iniziative di DENUNCIA che dovrebbe rappresentare la bandiera di combattimento, il distintivo di una qualsiasi associazione effettivamente antimafia.
Anche nelle aree sottoposte al dominio militare, oltre che economico, politico, sociale, delle organizzazioni mafiose, quali sono storicamente quelle del sud, non riscontriamo quella tensione, quello spirito di iniziativa che dovrebbero rappresentare la base, il fulcro di un impegno sul piano della lotta ai clan.
Si preferisce, tutt’al più, guardare al pelo piuttosto che all’uovo, al piccolo evento, con un occhio più attento alle possibilità di strumentalizzarlo secondo un’ottica politica che non contro i clan, ai quali, di conseguenza, si lascia il campo libero di operare indisturbati.
Si pensa, commettendo il più grosso errore che uno possa commettere, che con un convegno di quelli che solitamente si promuovono, con una sfilata, con una manifestazione, si possa combattere i clan e non ci si rende conto del fatto che questi, inseriti ormai massicciamente nei gangli della politica e delle stesse istituzioni, non ricevono, così, il benché minimo disturbo.
Sembra, insomma, che ormai rassegnazione ed assuefazione all’illegalità ed al crimine abbiano preso il sopravvento nell’animo
e nella mente dei più e che l’Italia si stia rapidamente avviando a trasformarsi in un paese criminale.
D’altra parte, i segnali ci sono tutti, compreso quello, se fondato, secondo il quale si starebbe decidendo di assumere i proventi di attività criminali a base del calcolo del PIL.
Senza considerare l’azione di continuo depotenziamento della forze dell’ordine che si sta portando avanti ostinatamente.
Sempre più, di fronte ad una situazione di così estremo pericolo che sta correndo il Paese, urge un soprassalto di orgoglio e di senso civico da parte delle persone perbene perché si decidano a prendere atto della gravità della situazione nella quale ci troviamo e si decidano a venirci dare una mano sul fronte di un’azione seria contro le mafie che si stanno impossessando dell’Italia e del mondo.
Senza la DENUNCIA, nomi e cognomi, non è antimafia!
La lotta alle mafie non si fa con le sfilate ma solo con la DENUNCIA, senza della quale non ha alcun senso parlare di antimafia!!!