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Gaeta, Città del Golfo, il cui territorio è gravato da attività molto sospette e che meriterebbe, perciò, la maggiore attenzione e che, invece, è trascurata da parte dello Stato e della politica. Eppure i Collaboratori di Giustizia ne hanno parlato come di un enclave della camorra dove l’economia e non solo sono sotto il tallone delle organizzazioni criminali. Perché?

A Formia è stato fatto e si sta facendo un buon lavoro e
sicuramente avremo, a breve, dei risultati abbastanza importanti e
significativi.
Complimenti soprattutto ai Carabinieri ed anche alla Guardia di
Finanza.
A Gaeta, purtroppo, no.
La Città del Golfo non è stata, ad oggi, attenzionata
sufficientemente.
Eppure ci sono stati e ci sono fenomeni oltremodo interessanti che
richiederebbero un’attenzione particolare.
Dagli investimenti milionari nel settore dell’edilizia, quasi tutto
nelle mani di imprese di oltre Garigliano e sulle cui vere identità
nessuno ha avviato fino ad ieri un’attività seria di indagine, ad una
sospetta vivacità in quelli del commercio, della ristorazione e dei
bar, alle attività portuali e così via.
Possiamo dire senza tema di essere smentiti che le attività che
meriterebbero una maggiore attenzione sono quelle portuali ed
edili dove molte sono le voci di presenze che andrebbero tutte
individuate e sottoposte ad un rigoroso screening.
Purtroppo Gaeta non ha mai disposto di un impianto investigativo
sufficientemente efficiente ed attento così come la situazione
imporrebbe e questo fenomeno francamente inquieta ed al
contempo sorprende non poco.
Più volte abbiamo richiamato l’attenzione del Questore di Latina e
dello stesso Capo della Polizia sulla necessità di una più
razionale organizzazione delle forze sul territorio con l’istituzione
di un Supercommissariato a Formia diretto da un 1° Dirigente,
con la dotazione di personale preparato e con la creazione di una
sezione distaccata della Squadra Mobile di Latina, ma non siamo
riusciti, ad oggi, a trovare sufficiente ascolto.
Un disinteresse inquietante, questo, forse anche in parte voluto per
chissà quali ragioni, aggravato dall’esistenza di un tessuto sociale
estremamente inerte ed omertoso.
Ci ripromettiamo di analizzare a fondo la questione per cercare di
comprendere bene le “ragioni” per le quali, a fronte di una
situazione esplosiva che vede l’intero Basso Lazio e, in
particolare, il sud pontino, sotto il tallone di camorra e
n’drangheta, Ministero degli Interni e i vari Comandi Generali non
adottano provvedimenti adeguati e risolutivi con l’assegnazione ai
presidi locali di risorse adeguate e personale preparato che
potrebbero risolvere tutte le criticità sul territorio che si estende
dalle sponde del Garigliano fino a Fondi-Terracina.
E’ il problema dei problemi per la cui soluzione impegneremo il
massimo delle nostre energie.
Speriamo che con l’arrivo a Latina di un Questore attivo e bravo
qual’è il Dr. De Matteis, qualcosa cambi.
Come anche, oltre che nella Polizia di Stato, anche nella Tenenza
dei Carabinieri gaetana, dopo l’avvenuto declassamento da
Compagnia, ci auguriamo che venga rafforzata la presenza di
sottufficiali preparati soprattutto nel settore delle indagini
patrimoniali e finanziarie.
A dirla tutta fino in fondo, non ce la sentiamo più di tacere su una
situazione che sta diventando sempre piu’ inquietante ed
intollerabile, una situazione, peraltro, a fronte della quale una classe
politica accorta ed amante del bene comune dovrebbe insorgere e
far sentire la sua voce, ma che, invece, resta indifferente ed inerte.
Tutta quanta, tolti esclusivamente M5S e Rifondazione, i
quali, però, dovrebbero elevare il loro livello di impegno
sforzandosi di disegnare, nome per nome, la mappa dei soggetti e
delle attività sospetti.
Questa, purtroppo, è la situazione a Gaeta, Città del Golfo, dotata di
uno dei Porti più importanti del Tirreno, crocevia di interessi
colossali e di traffici di persone e merci di ogni natura, comprese
alcune probabilmente nocive.