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Violenza nel Napoletano mentre Governo e Prefetto stanno a guardare

VIOLENZA NEL NAPOLETANO – L’ALLARME DELLA CAPONNETTO
Il territorio della Campania e segnatamente quello delle provincie di Napoli, Caserta e Salerno sono quotidianamente segnati da gravi fatti di cronaca. Le problematiche di ordine pubblico si stanno oramai traducendo in una oggettiva impossibilità per i cittadini campani di poter godere dei diritti sanciti dalla carta Costituzionale, condizione questa che costringe le persone a sopravvivere come in una giungla dove i timori, le paure le insicurezze dominano.
La criminalità con la sua arrogante invasività, imperversa nella vita dei cittadini in tutte le sue variegate sfumature.
Siamo quotidianamente costretti a vedere una intera Città e la sua provincia sotto scacco della criminalità. Ignari cittadini uccisi per la sola colpa di essere usciti di casa e di essersi trovati sulla traiettoria di proiettili esplosi da una criminalità spietata che si muove indisturbata per le strade pubbliche.
Interi territori delle province di Napoli Caserta e Salerno invasi dai rifiuti industriali trasportati da imprese del Nord. Tir stracolmi di micidiali miscele di rifiuti tossici che hanno attraversato l’intera regione Campania, indisturbati, per raggiungere i terreni indicati dalla camorra dove in modo altrettanto indisturbato, in un deleterio connubio simbiotico con imprenditoria criminale, massoneria e politica deviata, ha sotterrato la micidiale merce di scambio. Mentre questi sciacalli, avidi di danaro accumulavano ricchezze enorme sui traffici illeciti, tanti ignari e innocenti cittadini sono costretti a convivere con i velini versati, spesso sacrificando la propria vita per le gravi malattie contratte.
I cittadini campani sono tra i più vessati dalle tasse ed imposte comunali a causa di un deleterio meccanismo impositivo che vuole che i costi degli appalti dei servizi vengano coperti dalle tasse chieste ai cittadini. I cittadini sono costretti a pagare, quindi i costi eccessivi degli appalti comunali, sovradimensionati per le infiltrazioni della criminalità, come quelli dei rifiuti di igiene urbana, notoriamente ad appannaggio di ditte della camorra che da questi appalti traggono ingenti guadagni illeciti. Quindi i cittadini attraverso i comuni pagano indirettamente ad una camorra spesso sostenuta dai coletti bianchi, che si muove indisturbata grazie ad una rete di relazione e di collusioni con la politica deviata
I settori sani della magistratura e delle forze di polizia hanno fatto la loro parte disvelando le commistioni affaristiche criminali che hanno reso possibile queste nefandezze. Ma l’azione di contrasto da sola non basta perché
interviene quando oramai il danno è consumato, cioè quando oramai il cittadino innocente è stato ammazzato, vessato ed estorto.
Manca, invero, una concreta azione di prevenzione e cioè quell’attività che lo Stato deve garantire per impedire che i fatti criminali a danno dei cittadini vengano consumati. Si sente parlare spesso di progetti di legalità, di protocolli ecc ma poi ci si rende conto che sono solo promesse e parola che non si traducono in azioni concrete, insomma scatole vuote alle quali la gente non crede più.
Appare, pertanto, emergere nella sua gravità ed ingiustificabilità la responsabilità delle figure istituzionali, preposte dalla legge a promuovere le azioni di prevenzione e di tutela dell’ordine pubblico.
Il nostro ordinamento giuridico individua nella figura dei prefetti, titolari di sedi provinciali, le figure istituzionali deputate a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica e a porre in essere le azioni di prevenzione ai fenomeni criminali soprattutto nel settore degli appalti e della gestione dei comuni e più in generale della pubblica amministrazione a livello provinciale.
Lo sfacelo della legalità e dell’ordine pubblico che è sotto gli occhi di tutti, accompagnato da un incomprensibile silenzio del prefetto, ci convince che l’azione dei prefetti non ha funzionato e non sta funzionando forse per colpa di una politica indifferente e spesso collusa con ambienti della criminalità organizzata.
Ci chiediamo, infatti, come possono i prefetti agire in posizione di terzietà e nel rispetto dei principi costituzionali di imparzialità e di legalità se gli stessi prefetti sono nominati nel corso di sedute del Consiglio dei Ministri che vede la partecipazioni di esponenti apicali di quegli stessi politici che in Campania sono coinvolti in gravi vicende giudiziarie di camorra?
L’Associazione antimafia “Antonino Caponnetto” consapevole degli enormi poteri, derivanti anche da una legislazione ante-costituzione, che sono attribuiti ai prefetti in tutti i settori delle istituzioni locali (vertici delle Forze di polizia attraverso i comitati Ordine e Sicurezza Pubblica, agli enti locali, misure di tutela ai magistrati) auspica che il Ministro dell’Interno ed il presidente del Consiglio dei Ministri, possano presto intervenire per rimuovere gli ostacoli che rendono inefficace l’azione di prevenzione delineata, ciò nelle more di una auspicata modifica della normativa vigente di settore che possa porre i prefetti in una collocazione istituzionale di concreta terzietà ed imparzialità, scevra dal possibile condizionamento che la politica può sugli stessi esercitare attraverso il meccanismo ricattatorio delle promozioni e delle nomine.