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Si cambia tutto per non cambiare niente. Il “caso Fondi”

SI CAMBIA TUTTO PER NON CAMBIARE NIENTE…
Ci bruciano nella mente e nella coscienza quelle parole scritte su
quel foglietto lasciatoci da Fedele Conti, un messaggio che
continua, pur a distanza di anni, a lacerarci il cuore:
mi sono incartato, non mi sento libero di indagare.
Parole amare scritte qualche secondo prima che un colpo di
pistola mettesse per sempre fine ad una giovane vita di un figlio
della nostra terra che aveva creduto nello Stato, rimanendo, poi,
vittima del dovere.
Un mito che gli è crollato addosso come un castello di cartapesta
e che lo ha costretto alla fine a misurarsi con la vacuità infinita di
un impegno che non è servito a salvare se stesso e noi tutti dal
baratro morale, culturale, politico nel quale è precipitato questo
Paese.
Fosse per noi, a quest’ora egli – Fedele Conti – sarebbe stato
dichiarato già “vittima di mafia” e la caserma della Guardia di
Finanza di Fondi, che egli ha comandato per alcuni
mesi, porterebbe il suo nome.
Ma -tant’è – e, purtroppo, il suo ricordo è stato subito rimosso ed
avverti subito, dovunque, anche negli ambiti nei quali egli ha
operato, un senso di fastidio quando fai il suo nome.
Ma noi non siamo degli assassini e non vogliamo nemmeno
sentirci partecipi moralmente di questo evento doloroso che ha
troncato la vita di un servitore dello stato.
E, pertanto, vogliamo “capire”, comprendere le ragioni di fondo che
hanno determinato il profondo turbamento che ha portato alla
morte questo giovane Ufficiale figlio della nostra terra.
Anche un Prefetto della Repubblica ha tentato di “capire” il
“quadro ” nel quale probabilmente andrebbe collocato questo
evento luttuoso e gli si è scatenato contro, di conseguenza, il
pandemonio.
Qualcuno ha addirittura parlato di un intervento di “pezzi deviati
dello Stato”che avrebbero complottato con chissà quale fine
torbido.
Il resto è cronaca giudiziaria in parte, politica ed amministrativa
nella restante.
Un segmento, importante e che fa riflettere, di tale cronaca è
quello che riguarda il rifiuto opposto, per la prima volta nella storia
della Repubblica Italiana, dal Governo centrale alla richiesta di
scioglimento per condizionamento mafioso avanzata da quel
Prefetto ed avallata dal Ministro degli Interni.
Qualcuno evidentemente si è speso perché il Governo assumesse
una decisione così seria.
Chi?
Il problema ” Fondi ” è tutto qua.
Chi è così potente da condizionare un Governo fino al punto da
fargli assumere una decisione anzicché quella proposta da una
Commissione di accesso, da un Prefetto e da un Ministro degli
Interni???
Una nebbia fittissima che nemmeno le inchieste giudiziarie sui
probabili componenti di quel “quadro” sono riuscite a diradare.
Il mistero resta tutto intero.