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Ecco come si fa antimafia!!! Con i fatti, non con le chiacchiere!!! Bravo, Christian, complimenti ed un abbraccio da tutti noi

ECCO COME SI FA ANTIMAFIA!!!
NON CON LE CHIACCHIERE COME FANNO MOLTI.
BRAVO, CHRISTIAN, COMPLIMENTI ED UN ABBRACCIO DA TUTTI NOI

 

 

Dossier “esplosivo” in Commissione Parlamentare Antimafia sulla Liguria

E’ stato consegnato alla Commissione Parlamentare Antimafia dall’onlus “Casa della Legalità”, unica associazione ligure sentita in Audizione ufficiale dalla Commissione d’Inchiesta parlamentare presieduta dall’On. Rosy Bindi

Nella tarda mattinata di ieri, 8 luglio 2014, arrivano alla Prefettura di Imperia, dove dal giorno precedente è riunita la Commissione Antimafia, il Presidente ed il Segretario della Casa della Legalità, Christian Abbondanza ed Enrico D’Agostino. Con loro portano due cd-rom pieni che contengono tutti gli allegati della Relazione che l’Ufficio di Presidenza ha redatto. In quelle 96 pagine, vi è una ricostruzione di fatti e risultanze di inchieste che dimostrano che la ‘ndrangheta non è, come sostiene qualcuno, un problema marginale o “limitato” all’imperiese, ma è un problema ligure dagli anni di Alberto Teardo in avanti. E’ la composizione dei singoli frammenti di informazioni che visti nell’insieme descrivono una regione, la Liguria, come specchio della Calabria. Il saldo legame con l’ambiente della Massoneria funzionale alla tessitura di reti di relazioni funzionali all’affermazione degli obbiettivi del sodalizio mafioso, sono solo uno degli elementi indicati e documentati in questo lavoro che ora è agli Atti della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle mafie.
Abbondanza dichiara: “Dall’esame dei fatti e degli Atti emerge chiaramente che il problema ‘ndrangheta non è solo della Provincia di Imperia, o delle amministrazioni di centrodestra, bensì fenomeno che caratterizza tutta la Regione, dall’estremo Ponente all’estremo Levante, con rapporti di contiguità, connivenze e vere e proprie complicità nella politica trasversali”. “La Liguria è stata colonizzata ed i politici vanno a chiedere i voti ai boss della ‘Ndrangheta. Politici di destra, di centro e di sinistra, oltre che anche di liste civiche – continua il Presidente della Casa della Legalità – La penetrabilità, con quindi anche le infiltrazioni ed i condizionamenti nella Pubblica Amministrazione partono dai piccoli Comuni per arrivare ai massimi vertici della Regione, sono ad alcuni esponenti nazionali della politica espressione della Liguria. ”
E nella Relazione non mancano nemmeno le foto che sottolineano certi rapporti. Non mancano nomi e cognomi, come è caratteristica di questa associazione che non per niente si è conquista minacce e tentativi di delegittimazione di ogni specie. E non manca nemmeno l’indicazione degli effetti di questa “colonizzazione” sul territorio e di questo “capitale sociale” di relazioni con politici ed Amministratori pubblici di tutti gli schieramenti: l’inquinamento dell’economia con la negazione della libera concorrenza sul mercato.
“La capacità di condizionamento delle imprese mafiose o di soggetti strettamente legati ai sodalizi mafiosi è devastante. – sottolinea Abbondanza – Vi è stato un accordo di spartizione tra le cosche che ha garantito un territorio per ogni impresa di riferimento, ad esempio, nel settore delle demolizioni, bonifiche e movimento terra. ”. “Oltre che i casi dei Pellegrino e Sgro’ nell’estremo ponente ligure, ci sono quelli del savonese, con i Fotia ed i Gullace-Fazzari, vi sono poi soprattutto i Mamone a Genova e Nucera nel Tigullio, per fermarsi al capoluogo della regione. Questi hanno acquisito posizioni “dominanti” sul mercato, soffocando ogni concorrenza. ”
Ed il dossier consegnato all’Antimafia dalla Casa della Legalità contiene indicazioni precise, richiami ad Atti di inchieste, a fatti. Alle nuove imprese di questo sistema, alle reti di imprenditori e grandi colossi societari e cooperativi che hanno stretto alleanze con il volto “imprenditoriale” delle cosche, piegando anche assegnazioni di appalti e subappalti alla preventiva spartizione attraverso i “cartelli” di imprese. Indicano tutti.
Una mappatura che sviluppa quei singoli nomi che spesso si leggono nelle Relazioni sintetiche della Procura Nazionale Antimafia o della D. I. A. così che nessuno possa dire, ad esempio, non sapevamo che i Fogliani di Tauriano fossero propri Fogliani che hanno costruito a Genova un impero nato dal nulla. C’è l’attualità e la storia di come la Liguria sia stata piegata dalle mafie e sia piegata più che mai oggi, quando ancora qualcuno, nega che esista. “C’è una storia che in troppi vorrebbero far cadere nell’oblio. E’ quella che riguarda la Valpolcevera, il territorio di Genova più pesantemente colonizzato dalle mafie. Qui la prima ad arrivare ed ancora la più radicata e forte nel quartiere di Rivarolo è Cosa Nostra. – dichiara Enrico D’Agostino – Qui si fa la processione con la Madonna della Catena di Riesi, e qui è stata riprodotta la mentalità della loro terra di origine. Qui si sentivano sicuri per la latitanza boss pericolosissimi come Daniele Emmanuello e qui da decenni hanno costruito solidi rapporti con la politica. Iniziarono con l’entrare nel PSI a suon di intimidazioni e sono arrivati a rapporti e iniziative con candidati sindaci ed altri politici, attraverso un’associazione che è stata fondata e vedeva tra i propri dirigenti il noto “capobastone” Giacomo Maurici. ”
Non è stato un contributo di classica retorica antimafia con cui tanti si esibiscono ed in tanti, pure, si arricchiscono. Un documentato dossier che se usato bene e non lasciato in un cassetto potrebbe provocare scrolloni pesanti in Liguria. Non solo quindi a Diano Marina che è uno dei punti toccati dalla Casa della Legalità che già a marzo scorso aveva integrato con ampia relazione la richiesta di Commissione di Accesso in Comune.
L’attenzione è stata posta sul “capitale sociale” della ‘ndrangheta in Liguria ed ora cerchiamo di farla calare. Abbondanza: “Non abbiamo presentato un enciclopedia comprensiva di tutto, ma un documento che definisce e rende nitidi i lineamenti, i meccanismi e gli attori di quello che, passando anche attraverso la Carige e le Diocesi, è il Sistema-Liguria. Decenni fa con una testa, quella di Teardo, primo presidente di Regione arrestato con l’accusa di associazione mafiosa, ed oggi con due teste, quelle di Burlando e Scajola. Quel Sistema-Liguria in cui le organizzazioni mafiose hanno potuto crescere e prosperare, diventando centrali sia nell’ambito elettorale sia in quello economico. ”