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La politica dello struzzo ed intanto non si fa niente. Nel Basso Lazio occorre un impianto investigativo più efficace. Le proposte dell’Associazione Caponnetto

L’INADEGUATEZZA DELL’IMPIANTO INVESTIGATIVO IN PROVINCIA DI LATINA
E LE CARENZE DI UN’EFFICACE LOTTA ALLE MAFIE

Un tessuto sociale afflitto da una subcultura dell’individualismo incapace di spingere lo sguardo oltre i confini di casa propria, di conseguenza omertoso e disattento ai fenomeni generali, una classe politica figlia di questo tessuto, una mutazione antropologica che ha fatto perdere tradizioni e valori e che ha trasformato l’area in un suburbio da estremo sud.
Il Basso Lazio – ed il pontino in particolare – sono stati travolti da un processo di meridionalizzazione che li ha portati ormai ad essere classificati come ” provincia di Casale” laddove “Casale” va inteso come “Casal di Principe”, feudo dei Casalesi, dove, almeno fino ad ieri, nessuno ” ha visto, ha sentito ed ha parlato”.
Qualcuno dice che, dopo la decapitazione dei vertici criminali, le cose stanno leggermente… migliorando…
Secoli di vassallaggio a padroni e padrini non si cancellano in un anno o due!
E la linea della palma si è estesa verso il nord, sempre più in sù.
Questo è il Lazio ed anche le altre regioni più a nord non se la passano meglio.
Se ne accorgeranno sempre di più, forse quando sarà troppo tardi.
Come il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, la Liguria, l’Emilia-Romagna, la Toscana e perfino la tanto decantata “isola felice” Umbria e via dicendo.
Il Lazio, con la Capitale in testa, ormai affogati nei capitali mafiosi che sono diventati padroni anche dell’aria che respiri.
Con una parte dello Stato, magistrati in testa fatta qualche eccezione, che resiste e con un’altra parte che ha ceduto già.
Basta guardare come vengono trattati Testimoni e Collaboratori di Giustizia, quasi a far passare il messaggio “non denunciate”.
E la linea della palma avanza fino ad invadere tutto il Paese ed anche oltre.
“La corruzione, ragazzi” – ci diceva qualche anno fa Ferdinando Imposimato durante una nostra iniziativa a Sorrento, in Campania- “il fenomeno che sta distruggendo l’Italia fino a farla diventare uno dei Paesi più corrotti del mondo ed uno di quelli meno credibili “.
Parole sante di un grande magistrato e di un uomo di specchiata onestà intellettuale e morale.
Parole, però, al vento, in un deserto fatto di miseria morale, intellettuale, prima che economica e politica.
Il Basso Lazio, dicevamo.
Qualche settimana fa a Roma un bravo investigatore appartenente alle forze dell’ordine ci ha detto: ” nel sud pontino occorre una sezione della DIA, fra Fondi e Formia”.
Le forze dell’ordine, così come sono strutturate in provincia di Latina, non ce la fanno.
Mancano esperienze e competenze.
Oggi la lotta alle mafie si fa indagando sui capitali e sulle connessioni fra mafie e politica e, di conseguenza, parti delle istituzioni.
Fondi docet.
La Guardia di Finanza ha fatto dei passi in avanti per quanto riguarda Fondi e Formia ed anche i Carabinieri per quanto riguarda Gaeta e Sperlonga.
Il problema resta la Polizia di Stato che ha visto i migliori suoi investigatori – Nicolino Pepe, Alessandro Tocco, Cristiano Tatarelli ed ultimamente Rita Cascella-andare via, chiamati ad incarichi più alti. Bene per loro, ma male per la provincia di Latina e per il Lazio.
Abbiamo proposto la soppressione del commissariato di Gaeta e l’accentramento del personale in un supercommissariato da creare a Formia diretto da un 1° dirigente da far venire da fuori e con una sezione della Squadra Mobile, come si è fatto a Cassino dove è andato, proveniente dalla DIA, Francesco Putortì, ottimo investigatore ed in tal senso ci siamo rivolti direttamente al Capo della Polizia Panza.
Ma campa cavallo, anche se ci è stato promesso che… la proposta verrà esaminata.
Si parla, si scrive, si lanciano appelli, si chiacchiera, ma non si fa nulla.
Oggi il PD sta al governo ed avrebbe quindi la possibilità di decidere e cambiare le cose, ma non fa niente.
Si accusava Berlusconi, ma da questo punto di vista non è cambiato e non cambia niente.
Se qualcosa si fa, lo si deve solamente all’iniziativa, alla bravura, all’onestà di qualche comandante o magistrato e non alla politica che, anzi, talvolta in certe situazioni ed in parte, è complice, direttamente od indirettamente.
Se non è possibile per motivi economici o di altra natura istituire una Sezione della DIA fra Fondi e Formia, i
Comandi Generali dell’Arma e della Guardia di Finanza ed il Capo della Polizia trasferiscano a Latina una trentina cadauno di persone del ROS, del GICO, dello SCO esperte in indagini di natura patrimoniale e finanziaria da utilizzare soprattutto -anche se non solo- nel sud della provincia.
Ci sono delle megastrutture a Fondi (la Caserma della Gdf) e Sperlonga (la Caserma dei Carabinieri) che possono essere comodamente utilizzate – e che oggi sono quasi del tutto non sfruttate – per la sistemazione di uomini, mezzi ed attrezzature.
Almeno questo!!!