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Relazione del consigliere Enzo Trani in Consiglio comunale a Fondi sul MOF. Che fanno la Guardia di Finanza di Fondi, la Corte dei Conti, la Procura della Repubblica di Latina e la Regione Lazio?

Intervento al Consiglio Comunale del 26 marzo 2012

Il Centro Agroalimentare MOF SPA.

Un ringraziamento al Presidente ed a tutto il Consiglio di Amministrazione della MOF SpA per la loro presenza ad un Consiglio Comunale che per la prima volta da quando esiste il Mercato Ortofrutticolo di Fondi vede aperta una discussione tra i rappresentanti del comune di Fondi e quelli della struttura economica più importante del nostro territorio.

Non è mai accaduto da 17 anni di esistenza della MOF SpA e questo fatto già testimonia la scarsa sensibilità della politica nel voler incidere su questioni che invece dovrebbero essere considerate essenziali per tutto il nostro territorio non solo comunale.

Le slides preparate e descritte con tanta professionalità dall’Amministratore Delegato Enzo Addessi hanno descritto in maniera dettagliata la storia del centro Agroalimentare di Fondi dalla sua nascita fino ai nostri giorni, esaltando le cose positive che lo contraddistinguono da sempre ma tenendo ben nascoste le questioni più spinose.

Sembrerebbe che tutto vada bene. Eppure avendo ascoltato nell’audizione delle rappresentanze di categoria che operano nel campo dell’agroalimentare, di zone d’ombra ne sono state evidenziate numerose.

La Coldiretti, per esempio ha lamentato l’assenza di controlli sui prodotti provenienti dall’estero (residui di fitofarmaci nei prodotti); concorrenza sleale sul made in Italy; mancanza di controllo sul rispetto degli orari di apertura e di chiusura; ma soprattutto, la peggiore denuncia evidenziata è la mancanza di comunicazione tra l’attuale presidenza del MOF e le categorie.

La CIA denunciava invece come si possa permettere che i prodotti che arrivano dall’estero vengono confezionati da produttori e commercianti del MOF e poi venduti come prodotti locali; la cronica assenza del Presidente e del Vice Presidente del MOF dalla gestione del mercato.

Le questioni legate alla crisi ormai acclarata del Mercato Ortofrutticolo di Fondi non possono prescindere da un’analisi della gestione a mio parere troppo leggera di alcune voci di bilancio, che per troppi anni hanno avuto compartecipazioni trasversali da parte anche di chi ha rappresentato la parte pubblica nella quota azionaria del MOF.

Purtroppo chi avrebbe dovuto controllare e verificare negli anni la corretta gestione degli investimenti e dei bilanci, a mio modesto parere ha permesso troppa elasticità di gestione da parte dei privati ed in particolare da parte di alcuni privati ai quali mai nessuno ha voluto contestare nulla.

Il ruolo dei Revisori dei Conti, del Collegio Sindacale, della Camera di Commercio, dell’Ufficio di Presidenza hanno sempre trattato con leggerezza il piattino pronto che il consiglio di amministrazione della MOF SpA ha preparato negli ultimi anni.

Premetto che non mi aspetto grandi stravolgimenti né grandi interventi di verifiche fiscali da parte degli organi competenti, soprattutto se ci riferiamo agli organi di controllo locali, quelli che a livello fiscale dovrebbero controllare più da vicino i bilanci di società così importanti come la MOF SpA.

Comitaly nasce nel 2006 come società per la commercializzazione estera dei prodotti agricoli.

I soci fondatori sono la MOF SPA (quota 700) la Camera di Commercio (quota 900) e i privati (quota 400).

La nascita di Comitaly vede immediatamente assorbire una società privata “la ITACOM” che avrebbe dovuto dichiarare lo stato di insolvenza ed invece viene incorporata dalla Comitaly.

Nel giro di pochissimi anni il capitale di Comitaly viene letteralmente nebulizzato da una gestione che mai nessuno ha voluto verificare.

Nel 2008 il capitale passa dai 2 milioni iniziali a 119.000 €uro, al di sotto del limite minimo previsto dalla legge e quindi dovrebbe dichiarare anch’essa lo stato di insolvenza.

Incece, che si fa? Nel 2009 la si trasforma da SPA in consorzio con un bilancio negativo pari a

-125.000 €uro.

Finalmente si puo decidere la messa in liquidazione e la definitiva chiusura di COMITALY.

In tutto questo è chiaro che non mi aspetto un intervento di controllo e dei resoconto dall’A.D. Enzo Addessi. Così come non mi aspetto levate di scudi da parte dei Revisori dei Conti o dal collegio sindacale. Mi aspetto invece, anzi, vorrei poter dire che pretenderei un resoconto chiaro e preciso da parte di chi rappresenta in quella società la parte pubblica.

Che fine ha fatto la Camera di commercio? Visto che gli operatori privati sono assolutamente silenziosi ed ossequiosi, i rappresentanti del Comune e della Regione che cosa fanno?

E ancora: i rappresentanti della Regione e del Comune, hanno chiesto un resoconto su come siano stati spesi i soldi pubblici finanziati per la cosiddetta filiera corta? Il marchio “SIMOF” ha prodotto finora qualche vantaggio quantomeno proporzionale ai 6 milioni e mezzo di euro investiti?

Addirittura, prima ancora che la Regione desse l’apposito incarico definitivo del progetto, in attesa di affidare l’incarico alla partecipata società Consorzio AGRIMOF, la MOF SpA aveva già dato inizio alla prima fase di attuazione del progetto, utilizzando personale non meglio quantificato della MOF SpA negli anni 2006-2007, in attesa della realizzazione del “Network della Filiera Corta” e creando il marchio brand (ombrello) “Si MOF Filiera Corta”.

Pare che questo lavoro preparatorio, riguardante studi e ricerche preliminari descritti come particolarmente complessi e specialistici, siano costati circa 500.000 €uro, forse impropriamente riportati nel bilancio di Esercizio 2007 alla voce “Immobilizzazioni immateriali”.

Infine, rispetto alla penosa questione della cosiddetta cooperativa di servizi BEST SERVICE, ci sarebbe da scrivere un libro giallo. Già, perché le vicende anche tragiche che si sono consumate dietro quella triste vicenda non hanno mai trovato qualcuno in grado e/o con la volontà di andare fino in fondo ad alcune inquietanti questioni.

Vorremmo capire in che termini la Regione Lazio vuole rispondere, se già non l’avesse fatto, alla richiesta di messa in mora e diffida da parte della MOF SPA per il pagamento di oltre 2 milioni di €uro derivanti dalle sentenze scaturite dai licenziamenti che la BEST SERVICE effettuò nel lontano 1996.

Vedete, perché la gente sappia:

nel lontano 17 aprile 1991, l’allora commissario regionale Antonio Ianniello ha stipulato una convenzione con un consorzio di servizi affinché, tramite la consorziata cooperativa di servizi BEST SERVICE, gli fornisse “servizi ad integrazione e supporto delle attività svolte dal personale dipendente del vecchio ente gestore ed utilizzato dal commissario regionale in forza della legge regionale 07.01.87 n. 3”.

Il 1 giugno 1995 ha inizio la gestione della MOF SPA e termina la gestione del commissario regionale.

A febbraio dell’anno successivo due lavoratori della BEST SERVICE promuovono ricorso al giudice del lavoro di Latina per vedersi dichiarare la sussistenza del rapporto di lavoro subordinato alle dirette dipendenze dell’ENTE GESTORE DEL MERCATO.

Nel mese di novembre dello stesso anno (1996 altri otto lavoratori dipendenti della Best Service promuovono analogo ricorso).

Non l’avessero mai fatto: la cooperativa li licenzia e alcuni di loro vengono addirittura continuamente e ripetutamente minacciati affinché ritirassero i ricorsi in atto.

Come opera di dissuasione si arriva perfino all’incendio dell’automobile di uno dei promotori dei ricorsi. Ma anche questa è un’altra storia. È un’altra storia soprattutto perché alcuni sporchi personaggi in gioco sanno di avere la coscienza sporca e sanno che molti altri sanno con quanta ignobile prepotenza hanno minacciato ed inveito contro chi perdeva un posto di lavoro ritrovandosi in mezzo ad una strada per colpa della loro leggerezza amministrativa. Sulle loro sporche coscienze deve pesare anche il recente suicidio del povero giovanissimo Mastromattei Bernardo, anche lui cacciato via dal suo lavoro, consapevole di quanta vigliaccheria ci fosse anche tra alcuni suoi colleghi e per il quale non ho mai chiesto un minuto di silenzio in questo Consiglio Comunale perché non ritenevo che fossimo degni.

Sta di fatto che oggi dopo 16 anni di discussioni, minacce, ritorsioni e sentenze la MOF SPA si ritrova a dover pagare oltre 2 milioni di €uro per non aver mai voluto riassumere quei lavoratori così come il giudice del lavoro ordinò.

E a chi si chiede di pagare quei 2 milioni di €uro? Alla Regione Lazio naturalmente.

C’è da far notare una cosuccia, per chi non lo sapesse:

l’affidamento delle attività di servizi di guardiania, esazione pedaggi ecc, erano state affidate dalla MOF SPA (il cui AD era ed è Enzo Addessi) alla Euromof (di cui lo stesso Addessi era Amministratore Unico), per un costo orario di 24.000 lire.

Quel contratto fu poi subappaltato all’Agrofondi Soc. Cooperativa (di cui lo stesso Addessi era legale Rappresentante).

Dall’Agrofondi fu ulteriormente subappaltato alla Coop. Best Service s.r.l. per un costo orario di meno di 10.000 lire circa. Da 24.000 lire a 10.000 lire circa.

Altro che articolo 18. le scatole cinesi della MOF SPA hanno saputo fregarsene molto prima che il governo Monti ed i suoi amici provvedessero alla sua soppressione.

Un’altra cosuccia non di poco contoè che i 2.092.956 €uro sono stati indicati nell’attivo di bilancio del 2009 come credito verso la Regione Lazio e, considerando che alla data del 31/12/2009 il capitale sociale della MOF SpA ammontava a 500.000 €uro, probabilmente, se quella voce fosse ritenuta sbagliata, si doveva dichiarare lo stato di insolvenza della MOF SpA.

Alla luce di tutto questo, continuiamo a chiederci cosa voglia fare di nuovo il presidente Pasca Raimondo ed il suo vice presidente.

Vorremmo sapere se hanno finora ficcato il naso in questioni così scottanti o se avessero intenzione di farlo da questa sera, aprendo i giusti cassetti e ascoltando le giuste persone.

Dall’AD non mi aspetto nulla di nuovo. Lui continua a rappresentare quelli che lo eleggono e lo ossequiano in silenzio.

È la parte pubblica che non può e non deve rimanere sorda, cieca e muta di fronte a situazioni che gridano la necessità di fare chiarezza.

E lo scandalo più grande è che le organizzazioni di categoria non intervengono per chiedere di fare chiarezza.

Anche rispetto ai finanziamenti della Filiera corta: la Coldiretti, la Cia e tutte le Organizzazioni di categorie degli agricoltori, non hanno detto e fatto nulla per pretendere che quei finanziamenti andassero a consorzi di cooperative agricole. Nessuno che avesse alzato la voce per pretendere che quel progetto potesse diventare un incentivo per incoraggiare le piccole cooperative agricole a consorziarsi.

Tutti silenziosi. Ed oggi tutti vittime di un sistema che si sta avvitando su se stesso.

Non ci rendiamo conto che abbiamo il miglior territorio in campo nazionale sotto il punto di vista del microclima adatto alla migliore agricoltura, eppure i nostri agricoltori soffrono maledettamente una crisi che non è attribuibile soltanto alla crisi globale che ci sta riguardando. È una crisi che per il MOF e per i nostri agricoltori viene da lontano.

Viene dallo sviluppo grandioso ed esemplare degli anni settanta ed ottanta di tutto il mondo agricolo che però non ha saputo negli ultimi venti anni riorganizzarsi come il mercato chiedeva.

L’assenza delle infrastrutture ha fatto sicuramente la sua parte, ma il mondo degli agricoltori non può esimersi dalle proprie responsabilità soprattutto dall’aver troppo delegato negli anni ad essere rappresentati da chi guardava esclusivamente al quotidiano senza progettare e programmare nulla e troppo spesso compiacente con una politica che nel MOF ha saputo fare il bello e cattivo tempo.

È arrivato il momento di cambiare marcia, anzi, forse è già troppo tardi.

Ma è dagli agricoltori che deve arrivare la spinta di novità.

È dalla organizzazione di consorzi di cooperative che sappiano promuovere l’esclusività dei nostri prodotti territoriali imponendo regole di mercato che finora ci hanno visti troppo soccombere a chi ha giocato con la frammentazione della forza agricola su questa parte importante dell’agricoltura nazionale.

Gli agricoltori, le loro categorie devono capire che non possono rimanere al traino della politica locale ne tantomeno al traino di chi con il MOF fa interessi privati a discapito dei veri produttori.

La politica locale deve essere costantemente sollecitata per aiutare la promozione di marchi di qualità ed esclusività territoriali che possono appartenere soltanto a noi per le peculiarità esclusive di questa terra.

P.S.LA RELAZIONE INEGRALE,PAROLA PER PAROLA,VERRA’ PUBBLICATA FRA UNA DECINA DI GIORNI SUL SITO UFFICIALE DEL COMUNE DI FONDI