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Il fatturato delle mafie è di 130 miliardi di euro, di cui 14 nel Lazio. Indagine Eurispe: gli italiani chiedono riforme serie

INDAGINE EURISPES: ITALIANI CHIEDONO AL GOVERNO URGENTI RIFORME STRUTTURALI

Venerdì 30 Gennaio 2009 12:06
ROMA – Gli italiani sono cresciuti, sono più consapevoli e sempre più desiderosi di forti e decisivi cambiamenti. Il Paese è andato avanti e attende, anzi pretende, che il governo lo segua e ne assecondi gli obiettivi. E’ questa la fotografia della società italiana che emerge dal Rapporto Italia 2009 dell’Eurispes – giunto alla 21/ma edizione – presentato oggi a Roma… “Il sistema Italia non può più attendere oltre – spiega il presidente dell’istituto, Gian Maria Fara – e questa consapevolezza è diffusa nell’opinione pubblica a prescindere dall’orientamento politico degli italiani. Invece si continua ad assistere a una ridda di proposte, slogan, programmi che vengono puntualmente smentiti il giorno dopo”. Se il governo non vuole dilapidare il patrimonio di consenso conquistato, ammonisce Fara, “dovrà rapidamente produrre le risposte attese affrontando le grandi questioni sul tappeto”, le più urgenti delle quali sono la riforma della giustizia, quella della pubblica amministrazione e la ridefinizione del modello di welfare in senso europeo. Eurispes vede rosa anche riguardo alla crisi economica in atto e, in controtendenza rispetto ad altri analisti, ritiene ci siano le premesse per un 2009 in cui l’economia italiana sarà in ripresa.
130 MILIARDI EURO FATTURATO MAFIE NEL 2008 E’ di circa 130 miliardi di euro il fatturato di mafia, camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita nel 2008, con un utile che sfiora i 70 miliardi. Lo evidenzia un’indagine dell’Eurispes. La principale fonte di guadagni resta il traffico di droga (59 miliardi di euro), mentre armi ed altri traffici portano nelle tasche dei mafiosi 5, 8 miliardi del’attivo, il racket 9 miliardi, l’usura 12, 6 miliardi. Un mercato emergente che inizia a registrare un importante giro di affari è quello delle ecomafie, che pesa per 16 miliardi di euro. La ricchezza dei patrimoni della criminalità organizzata, segnala l’Eurispes, emerge anche dai sequestri operati dalle forze dell’ordine: 5, 2 miliardi di euro, di cui 2, 9 miliardi alla camorra, 1, 4 alla mafia e 231 milioni alla ‘ndrangheta.
CROLLO FURTI NEL 2008, 500.000 IN MENO DEL 2007 Crollo dei furti in Italia nel 2008: dagli 1, 6 milioni del 2007 si è passati agli 1, 1 milioni dello scorso anno (-39, 7%). Lo evidenzia un’indagine dell’Eurispes. Il furto di auto rappresenta il 26% del totale dei furti consumati, mentre quelli in appartamento il 10%. Tra le province più colpite dal fenomeno nei primi dieci mesi del 2008 c’è Milano (145.695), Roma (127.502), Torino (65.701), Napoli (59.152). In calo anche le rapine: 39.750 casi nei primi dieci mesi del 2008 (-28, 8% rispetto al 2007). Napoli (9.255), Milano (5.118) e Roma (3.738) le province più interessate.
ITALIA PRIMA IN EUROPA PER NUMERO FORZE ORDINE L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di uomini impiegati nelle forze dell’ordine: 328.368 effettivi tra carabinieri, polizia, guardia di finanza, corpo forestale e polizia penitenziaria. Lo evidenzia l’Eurispes. Con 571 addetti all’ordine pubblico ogni 100.000 abitanti l’Italia supera di gran lunga la Germania (321), la Gran Bretagna (268) e la Francia (227). Ogni italiano destina inoltre per le spese a sostegno dell’ordine pubblico il 2, 1% della ricchezza nazionale, pari a circa 500 euro pro capite. Fra i paesi Ue, l’Italia è seconda solo alla Gran Bretagna (2, 5%), mentre precede la Spagna (1, 85%), la Germania (1, 7%) e la Francia (1, 2%).
GIUSTIZIA, 86% ITALIANI CONTRO LODO ALFANO L’86, 3% degli italiani è contrario all’immunità per le alte cariche dello Stato, prevista dal cosiddetto Lodo Alfano. E’ il risultato del sondaggio svolto dall’Eurispes sull’opinione dei cittadini sui temi della Giustizia. I favorevoli sono il 9, 4%. La fetta più consistente fra i contrari è costituita dai giovani dai 18 ai 24 anni: il 93, 8% ritiene inadeguata la legge sull’immunità parlamentare; i 35-44enni scendono al 88, 9%; i 25-34 all’86, 8%. “La disapprovazione nei confronti di tale provvedimento è, tuttavia, un sentimento che accomuna indistintamente tutte le aree politiche rappresentate, seppur a livelli differenti – fa notare l’Eurispes – sono, infatti, contrari gli elettori di centro sinistra (90, 7%), di centro (84, 4%), di destra (79, 7%) e di centro destra (76, 9%) “. Il sondaggio dà una risposta anche sulle cause dei mali della giustizia: per il 62, 3% degli interpellati il problema principale è la durata irragionevole dei processi; per il 20, 4% è l’inadeguatezza dell’ordinamento giuridico; per il 10% è la mancanza di imparzialità dei magistrati. Solo l’1, 6% giudica positivo l’ operato di questa Istituzione.
ALMENO 6 ITALIANI SU 10 BOCCIANO MAESTRO UNICO Almeno sei italiani su 10 (64%) bocciano il ritorno del cosiddetto maestro unico nella scuola elementare. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’ Eurispes. Se il 62, 2% dei connazionali ha accolto sfavorevolmente anche l’introduzione delle “classi-ponte” pensate per colmare le lacune linguistiche dei bambini stranieri, hanno, invece, ricevuto migliore accoglienza altre novità. Il 58, 1% dei cittadini condivide, infatti, il provvedimento secondo il quale il giudizio sull’andamento scolastico debba essere espresso in decimi. Numerosi sono stati i riscontri positivi ottenuti anche dalla reintroduzione del voto in condotta (62, 5%). Che i giovani abbiano bisogno di essere educati alla disciplina e al rispetto delle regole è confermato ulteriormente dall’alta percentuale di italiani che considera utile lo studio dell’educazione civica (78, 5%). Un altro aspetto, che ha avuto un riscontro positivo, riguarda l’obbligo di adottare libri di testo il cui contenuto rimane invariato per l’intero arco del ciclo scolastico (67%). Sondato anche il gradimento sulle novità prospettate per l’università. Sono soprattutto i più giovani, tra i 18 e i 24 anni, a sostenere che la trasformazione degli atenei in fondazioni non sia la strada più giusta per sostenere lo sviluppo dell’insegnamento accademico e, quindi, della ricerca: il 69, 8%, infatti, è per nulla (43, 8%) o poco (26%) d’accordo con tale possibilità.
PIU’ IMMIGRATI NON CATTOLICI, INTEGRAZIONE A SCUOLA Aumentano sempre di più gli studenti stranieri non cattolici e la scuola rimane lo strumento più efficace per favorirne l’inserimento. E’ l’analisi dell’Eurispes che, nel rapporto annuale, segnala un aumento degli studenti stranieri del 609% in dieci anni. Nel capitolo dedicato alle minoranze religiose, l’istituto di ricerca ricorda che tra gli stranieri le comunità religiose più numerose sono quella islamica (1.253.704 fedeli) dalla quale proviene anche il maggior numero di studenti; e quella ortodossa (1.129.630); mentre fra i cittadini italiani, le minoranze più numerose sono composte da protestanti (409.000) e testimoni di Genova (400mila). “La presenza di cittadini stranieri -si legge nel rapporto- che nel 2007 ha raggiunto il 5, 8 circa del totale dei residenti, incrementa in modo considerevole il numero dei fedeli di religioni minoritarie sul territorio nazionale”. In particolare, sempre nel 2007, “i residenti sprovvisti di cittadinanza italiana sono aumentati del 16, 8% rispetto all’anno precedente confermando la crescita progressiva di cittadini dei paesi dell’Europa orientale (Albania, Ucraina, Polonia e Macedonia) e sancendo la crescita esponenziale della comunità romena che, favorita dall’ingresso nell’Unione europea, ha registrato una crescita di 283.078 unità rispetto al 2006, divenendo così il primo paese di emigrazione e contribuendo alla crescita considerevole della minoranza ortodossa”. Aumentano gli immigrati, aumentano gli scolari stranieri (il 23, 3% della popolazione straniera è formato da minori) e aumentano di conseguenza anche gli studenti che non frequentano l’ora di religione. Soprattutto nel nord d’Italia dove, nell’anno scolastico 2006/2007 sono stati il 14, 1% degli studenti, contro il 9, 7% del centro e l’1, 6 del sud. REGIONI: 2007 SPESI 233 MLD, PRIMA LA LOMBARDIA La spesa delle Regioni, nel 2007, è stata di oltre 233, 4 miliardi di euro, con una spesa media per regione di 10, 6 mld di euro. E’ quanto emerge dall’indagine Eurispes. Il primato della spesa pubblica, comprensiva delle risorse destinate alla gestione corrente, alla gestione in conto capitale, al rimborso di prestiti e alla contabilità speciale, spetta alla Lombardia, che, con 42, 4 miliardi di euro, ha concentrato quasi un quinto (18, 2%) della spesa complessiva. Veneto e dell’Emilia Romagna, al secondo e al terzo posto, hanno sostenuto nello stesso anno una spesa complessiva, rispettivamente, di 17, 7 mld di euro (7, 6% del totale) e di 17 mld di euro (7, 3% del totale), oltre la metà rispetto alla Lombardia. Valori superiori alla media nazionale (10, 6 mld di euro) sono stati registrati in altre otto regioni, tre delle quali nel centro Italia (Toscana con 14, 5 mld di euro, Lazio con 14 mld di euro, Marche con 10, 8 mld di euro), tre nel sud e Isole (Campania con 16, 6 mld di euro, Puglia con 16, 1 mld di euro, Sicilia con 12, 4 mld di euro) e due del Nord-Ovest (Piemonte con 11, 1 mld di euro, Liguria con 10, 9 mld di euro).

(tratto da Quotidiano Catanese Online)