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Quel filo (quasi) invisibile tra Baffino e Caimano

D’Alema (che nega) parlava della magistratura come “la più grande minaccia allo Stato italiano”. Chi vi ricorda?

“Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l’ex primo ministro ed ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha detto lo scorso anno all’ambasciatore che la magistratura è la più grande minaccia allo Stato italiano“. E’ un cable del 3 luglio 2008 di Ronald Spogli, ambasciatore Usa a Roma, riportato da Wikileaks e pubblicato sul sito di El País. Baffino si difende e parla di “fraintendimento tra l’ambasciatore Spogli e me”. La rete però ora non fraintende: questo D’Alema e molti altri non lo hanno ancora ben compreso.

“Non ho mai proposto una di quelle che si chiamano leggi ad personam: le ha sempre volute qualcuno del mio staff o dei miei avvocati, tipo l’onorevole Ghedini. Comunque i miei processi sono incredibili e ridicoli: posso provare per documenti che i Pm sono esilaranti. Le toghe rosse sono eversive, e lo proverò: in quel caso sarà il caso di istituire una commissione d’inchiesta sulla magistratura, che indaghi se non esistano fra le toghe delle associazioni a delinquere”. Lo ha detto ieri Silvio Berlusconi nella conferenza stampa di fine anno.

Baffino e Caimano: opposte fazioni, ma unite da un filo nemmeno tanto invisibile. Sono loro e continuano ad essere loro i protagonisti della scena politica italiana. Chi sul palco (Berlusconi), chi dietro le quinte (D’Alema). Berlusconi è tanto amato quanto odiato. D’Alema è molto più odiato, ma continua a orchestrare manovre in un centro sinistra senza bussola, checché ne dica Bersani. Saranno ancora loro i protagonisti del 2011, c’è da scommetterci. Il nuovo che avanza. Buone feste.

(Tratto da Politica in diretta)