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Sperlonga / Piano integrato, al via il processo per il sindaco Armando Cusani

30 novembre 2018

di Saverio Forte

SPERLONGA – L’accoglimento di una ‘pioggia’ di richieste di costituzione di parte civile ma anche di risarcimento danni – per un importo di ben sei milioni di euro – ha caratterizzato, davanti il giudice monocratico del Tribunale di Latina Maria Assunta Fosso, l’avvio del nuovo processo a carico del sindaco di Sperlonga Armando Cusani. E’ imputato, insieme all’ex tecnico comunale Antonio Faiola e al progettista Luca Conte, di lottizzazione abusiva per quanto riguarda il discusso piano integrato di Sperlonga.

Si tratta di una serie di cantieri aperti a macchia di leopardo sul territorio comunale – il cui valore avrebbe sfiorato secondo stime mai ufficializzate i 98 milioni di euro – che avrebbero dovuto perseguire la realizzazione di interventi di pubblica utilità ma secondo le risultanze investigative della Procura di Latina avrebbero celato la nascita di “interventi di edilizia residenziale speculativa di lunga prevalenti in volumetria e superfici rispetto alle opere di edilizia residenziale pubblica”. Insomma un gran raggiro – secondo la tesi accusatoria della Procura – costellato da un iniziale sequestro preventivo e poi dalla revoca dei sigilli da parte del Tribunale del Riesame sulla scorta di una sentenza con rinvio della Corte di Cassazione.

Naturalmente a quest’ultimo provvedimento fa leva il nutrito collegio difensivo del sindaco Cusani che, composto dagli avvocati Angelo Palmieri e Luigi Panella, ha contestato l’ammissibilità delle costituzioni di parte civile della Regione Lazio (attraverso l’avvocato Renato Archidiacono), dell’associazione regionale anti mafia “Antonino Caponetto” (l’avvocato Alfredo Galasso) e del gruppo di opposizione di “Sperlonga Cambia” (l’avvocato Guglielmo Raso) mentre sette confinanti il piano integrato, attraverso l’avvocato Francesco Di Ciollo, in qualità di “terzi danneggiati” hanno avanzato un’istanza di risarcimento danni proprio nei confronti del comune di Sperlonga, lo stesso che ha proposto, così come considerato nelle conclusioni delle indagini preliminari dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, la dichiarazione di parte offesa . Se l’istanza è stata respinta dal presidente del collegio giudicante Fosso, il processo entrerà nel vivo nell’udienza già fissata per il prossimo 27 marzo. Intanto l’atto inaugurale di questo processo sulla pianificazione urbanistica a Sperlonga ha avuto un seguito di natura politica.

C’era da attenderselo e a soffiare sul fuoco delle polemiche è stato il gruppo di opposizione di “Sperlonga cambia” secondo il quale “quando diversi privati cittadini si presentano in Tribunale per costituirsi parte civile nel processo che vede imputato il sindaco del proprio Comune è evidente che il rapporto di fiducia tra il primo cittadino e la sua comunità è ormai finito. Quando il Comune di Sperlonga, indicato come parte offesa nel processo, assume un avvocato non per costituirsi parte civile, ma per difendere l’operato degli imputati, significa che l’amministrazione comunale non si fa scrupoli a spendere denaro pubblico per assumere una posizione che nulla ha a che vedere con gli interessi dei cittadini.”. Naturalmente questa durissima presa di posizione politica è stata avanzata perché il principale imputato era e resta il sindaco di Sperlonga in carica: “Stabilire la sua innocenza o la sua colpevolezza rispetto all’accusa di lottizzazione abusiva è compito che spetta ai giudici. Sperlonga è un’anomalia sotto diversi punti di vista, ma ad apparire ancora più anomala è l’inerzia delle Istituzioni nei confronti di una comunità da troppo tempo vittima di sequestri, processi, inchieste per corruzione e appalti truccati e di un’inefficienza amministrativa che peggiora giorno dopo giorno”.

Ma perché “Sperlonga Cambia” ha deciso di costituirsi parte civile alla stessa stregua della Regione Lazio, dell’associazione “Caponnetto” e di sette privati cittadini? La risposta è contenuta in un durissimo comunicato stampa: “Abbiamo deciso di essere presenti al giudizio per tutelare tutti coloro che – si legge testualmente – non si sentono rappresentati dall’attuale maggioranza e l’ennesima assurda decisione della Giunta di assumere un avvocato non per difendere gli interessi dei cittadini, ma quelli di Cusani, ci ha convinti ancora di più della necessità di questa scelta e della distanza che ci separa da questa maggioranza. Se il sindaco ha commesso un reato, i primi a essere danneggiati sono i cittadini e il Comune, come parte offesa, dovrebbe essere il primo a costituirsi parte civile contro gli imputati per difendere gli interessi della comunità. Gli assessori nominati da Cusani, tuttavia, non hanno perso occasione per dimostrare la propria fedeltà al sindaco, spendendo il denaro dei cittadini per prendere le sue difese”.

Sperlonga Cambia ha rispolverato una vecchia dichiarazione del sindaco che, in sede di approvazione del Piano Integrato in Consiglio comunale, ne sostenne le ragioni affermando che ‘l’attuazione dei programmi integrati e la realizzazione dei servizi in programma porteranno senz’altro un aumento della popolazione anche nei mesi invernali a Sperlonga.’:” L’esito del processo dirà se il primo cittadino è colpevole o meno, ma non serve attendere la sentenza per avere la prova che le sue promesse ai cittadini di Sperlonga sono state tradite. La realtà basta da sola a trarre le conclusioni dell’operato del sindaco Cusani e della sua maggioranza.”

Fonte:http://www.temporeale.info

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