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Messina, ai domiciliari il neo deputato Cateno De Luca (Udc) per evasione fiscale. Alle elezioni sosteneva Nello Musumeci

di F. Q. | 8 novembre 2017

Giustizia & Impunità

Associazione a delinquere la contestazione per il politico: per gli inquirenti insieme agli altri indagati aveva organizzato un sistema di false fatture per evadere le tasse. Già candidato governatore, il politico fu arrestato nel giugno del 2011 per tentata concussione e abuso d’ufficio. Il pm ha chiesto una condanna a 5 anni e la sentenza è attesa entro Natale

di F. Q. | 8 novembre 2017

Era già finito nei guai negli anni scorsi Cateno De Luca (Udc-Sicilia Vera), deputato neo eletto in Sicilia, uno dei sostenitori di Nello Musumeci e uno dei personaggi considerati impresentabili. E questa mattina il politico, già deputato dell’Ars ed ex sindaco di Fiumedinisi (Messina), è stato arrestato. Per lui il gip di Messina ha disposto i domiciliari e la misura è stata eseguita dagli uomini della Finanza e dai Carabinieri di Messina Sud. Già candidato governatore, De Luca fu arrestato nel giugno del 2011 per tentata concussione e abuso d’ufficio. La Cassazione aveva definito “ingiusta” la sua detenzione, ma il processo è ancora in corso dopo la decisione della Suprema corte di tenere a Messina il dibattimento: l’imputato aveva chiesto lo spostamento a Reggio Calabria. Per questo giudizio però il pm ha chiesto una condanna a 5 anni. De Luca era uscito indenne o quasi dall’inchiesta sulle spese dell’Ars, assolto in sede penale dal gup è stato condannato al pagamento di 13mila euro da parte della Corte dei conti per le spese nella qualità di capogruppo all’Assemblea regionale. Dopo aver annunciato la querela al Fatto Quotidiano aveva fatto sapere che di aver avuto “15 procedimenti penali di cui 14 già chiusi a mio favore con assoluzioni ed archiviazioni”. Intanto il politico ha ottenuto alle elezioni ben 5.418 voti.

Neanche il tempo di festeggiare e De Luca è finito ai domiciliari. Con lui anche anche Carmelo Satta “in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro”. Secondo l’accusa è stato individuato “un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori ed alla società Caf Fenapi s.r.l., riconducibile, direttamente o indirettamente, a De Luca e a Saitta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette”.

Le fatture, secondo chi indaga, era gonfiate con costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf fenapi “individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta”.  La conclusione, per gli investigatori delle Fiamme Gialle, è che con questo meccanismo la società ha ottenuto “un indebito risparmio” di 1.750.000 “sia ai fini Iva che delle Imposte sui redditi delle società”. Nell’indagine sono indagate altre otto persone. Il giudice per le indagini preliminari ha anche disposto il sequestro preventivo per equivalente ovvero della somma ritenuta frutto dell’evasione.

Poco meno di 24 ore  fa De Luca ringraziava su Facebook chi aveva permesso la sua elezione e spiegando che avrebbe risposto a tutti i messaggi appena possibile. Per domani 9 novembre è prevista la penultima udienza del processo che lo vede imputato. La sentenza di primo grado è attesa entro Natale.

 

 

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