Cerca

150 colloqui fra Buzzi ed il sindaco di Castelnuovo di Porto!!! Il Prefetto di Roma nomini immediatamente la Commissione di accesso a quel Comune guidato da un sindaco indagato

Mafia Capitale, le intercettazioni svelano i rapporti fra Buzzi e i piccoli sindaci di provincia. E quell’ amante…

Una cricca di piccoli sindaci di provincia è cresciuta, ed è stata pasciuta, da Mafia Capitale. Mentre gli arresti di stamani (Rocco Rotolo e Salvatore Ruggero) vanno nella direzione di rafforzare la matrice mafiosa del consorzio criminale, dalle migliaia di carte dell’indagine emerge un vero e proprio capitolo dedicato a come andavano gli affari nel comune di Morlupo, di Sant’Oreste e Castelnuovo di Porto.

Scrivono gli investigatori del Ros che Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, soci di fatto nella holding delle cooperative, “hanno rivolto i propri interessi anche in altri comuni della Provincia di Roma come Sant’Oreste, Morlupo e Castelnuovo di Porto adottando le medesime metodologie corruttive sino anche a modificare un’offerta già depositata e sbaragliare la concorrenza”. Identici, anche in provincia, i settori d’interesse della ditta Buzzi&Carminati: rifiuti, raccolta differenziata, immigrati e rom.

Si legge in una delle informative finali in riferimento a Morlupo dove è sindaco Marco Commissari: «Alla fine della vicenda Buzzi non si accontenta di un sindaco che gli assegna lavori senza prendere soldi e lo mette a stipendio». E infatti Buzzi dice al telefono a Carminati: “Il sindaco di Morlupo l’ho messo a stipendio”.

Breve riassunto delle singole posizioni: Sergio Menichelli, sindaco di Sant’Oreste, è agli arresti domiciliari per turbativa d’asta e corruzione aggravata; Marco Commissari, sindaco di Morlupo, è indagato per turbativa d’asta, corruzione aggravata e illecito finanziamento; Fabio Stefoni, sindaco di Castelnuovo di Porto, è indagato per corruzione aggravata e illecito finanziamento. Condividono la provenienza dalle liste civiche. E, stando alle indagini, anche la stessa permeabilità ai soldi e alle mazzette. Di certo gli investigatori hanno trovato che anche in questi piccoli comuni “venivano adottate le medesime metodologie corruttive sino anche a modificare un’offerta già depositata e sbaragliare la concorrenza”.

IL TERMOVALORIZZATORE DI MORLUPO – E’ una vicenda emblematica di come agisce Mafia capitale. Comincia nel dicembre 2012. Negli stessi giorni, è giusto ricordare, Mafia Capitale aveva in qualche modo ufficializzato la propria ragione sociale con la condivisione di quello che gli investigatori del Ros hanno chiamato “Manifesto programmatico”. Buzzi e Carminati, molto attento a come diversificare gli investimenti, intravedono la possibilità di un grande business con la costruzione di un termovalorizzatore nel territorio di Morlupo. Una struttura per distruggere i rifiuti che avrebbe servito tutta l’area intorno a Morlupo, delizioso piccolo comune a nord est di Roma a due passi dal parco di Veio. Nulla viene trascurato: per l’operazione vengono ingaggiati un ingegnere civile, Gianmario Baruchello, docente universitario e direttore tecnico di una società che si occupa di ambiente; e uno spiccia faccende dedicato in esclusiva ai rapporti con l’amministrazione di Morlupo. L’inchiesta segue per due anni le mosse della piccola cricca. Mosse di successo visto che il termovalorizzatore, almeno per ora, è un lavoro assegnato. Alcuni passaggi meritano la selezione.

“Il sistema di relazioni istituzionali stabilito dal sodalizio con il comune di Morlupo – scrivono i militari del Ros – era innanzitutto funzionale alla pubblicazione dell’avviso pubblico inerente a “Locazione o concessione di un’area comunale in località Monte Albereto finalizzata alla realizzazione di un “impianto per il trattamento e la valorizzazione dei rifiuti organici raccolti in modo differenziato con produzione di compost di qualità ed energia elettrica”.

Seguono mesi frenetici. Le cimici del Ros registrano telefonate di Carminati, Fabrizio Testa, Botti, dirigente Ama, perché il gioiello di Morlupo sarebbe stato un piatto ricco per molti. Tutti danno il loro contributo per redigere un bando di gara su misura. Il 10 giugno, infatti, viene finalmente pubblicato il bando di gara che, “guarda caso – osservano gli investigatori – riporta le stesse indicazioni raccolte nelle telefonate”. Quella del 3 febbraio, ad esempio, quando l’ingegnere Baruchello dice e Buzzi: “Ti ho mandato poco fa una nuova versione dell’avviso… per quel comune. E’ una versione molto più semplice ed è una logica conseguenza della lettera che tu gli hai mandato”. Bandi di gara fatti in casa. In una successiva telefonata del 12 giugno Buzzi spiega a un collaboratore di nome Roberto che “bando partecipa con una cooperativa costituita ad hoc, la 29 giugno energy”. Il cui 40% è posseduto dalla Cosma, la cooperativa che tramite Antonio Esposito è direttamente riconducibile a Carminati. Che il 18 luglio esorta Buzzi a fare presto a chiudere l’affare: “Stringiamo, stringiamo.. che sta cosa prima a famo e meglio stamo”.

E fin qui è dimostrata la turbativa d’asta, piccola cosa rispetto al quadro di accuse nei confronti di Mafia capitale. Il meglio deve ancora venire.

LA FIDANZATA SBAGLIATA – Come abbiamo visto Buzzi dedica una serie di persone a curare i rapporti con l’amministrazione di Morlupo. Tra questi tale Bernardino C. Un’intercettazione captata sull’auto di Buzzi in auto il 23 agosto racconta di quanti e quali interessi incrociati fossero in corso. Tra questi anche l’infatuazione di Bernardino per una donna che, però, era anche “la ragazza del sindaco”. E il primo cittadino si deve essere molto lamentato per questa invasione di campo. Dice Buzzi: “Ce stai a rovinà tutto. Tu pensi che noi vinciamo le gare perché siamo i più bravi? La verità è che c’è un grande…io faccio un bucio di culo enorme dietro e poi voi me lo fate perde co’ ‘ste minchiate. Se voi non capite bene la cooperativa, la cooperativa v’ammazza! E che cazzo, no…ma per… che ce vole? Quello (il sindaco, ndr) glie viene il sangue amaro su ‘sta storia…è una persona seria, corretta, non ce chiede niente, non ce chiede soldi…c’ha dato i rifiuti, ce sta a da’ un asilo nido, ce sta a da’ un impianto de congelazione… c’ha ‘na troia? Sti cazzi! Se la tenesse. Ma glielo dovemo dì noi che è una troia?”.

MA POI IL SINDACO CAMBIA IDEA – A giugno scorso l’operazione Morlupo-rifiuti e altro sembra chiusa. “E’ andata bene, benissimo – dice al telefono lo spiccia- faccende di Buzzi reduce da un colloquio con sindaco – gli ho detto noi facciamo un’opera da 15 e 800 (verosimilmente 15 milioni ed 800.000 euro, ndr), ci mettiamo più occupazione e c’è più pelo per tutti!”. Poco dopo Buzzi chiama Carminati a comunica: “Il sindaco di Morlupo l’ho messo a stipendio”.

LE GARE TRUCCATE A SANT’ORESTE – Riguardano la raccolta di rifiuti e la costruzione di un centro immigrati SPRAR in un terreno di proprietà di Marco Placidi, responsabile dell’ufficio tecnico del comune (piano che poi non va in porto perché Placidi voleva ospitare famiglie e non singoli). Placidi e il sindaco sono entrambi agli arresti domiciliari. Si legge nell’informativa degli investigatori del Ros che “su indicazione di Buzzi, la segretaria Alessandra Garrone in sede di gara d’appalto aveva modificato l’offerta originaria sostituendola con una più vantaggiosa. In cambio di questi favori, Buzzi promette al sindaco un compenso di 30 mila euro e a Placidi cinquemila”.

Vengono riportate numerose intercettazioni captate negli uffici della Cooperativa in via Pomona in cui Garrone fa nuoci calcoli e ipotizza i criteri vincenti per aggiudicarsi la gara. Sarà lei in persona a presentarsi a Sant’Oreste il 13 maggio scorso giorno in cui vengono aperte le buste. E’ lei a sostituire il contenuto dell’offerta. Così che alle 18.23 può inviare lo stesso sms a Claudio Bolla, Claudio Caldarelli, Emanuela Bugitti, Carlo Garany, Paolo Di Ninno:“Risultati Sant’ Oreste: Abbiamo vintoooooooo!”. E mezz’ora dopo Buzzi poteva dire: “Pè cinque anni stamo a Sant’Oreste”.

IL GRANDE AFFARE DI CASTELNUOVO DI PORTO- E’ la vicenda più nota. Ci sono di mezzo rifiuti e, ancora una volta, il centro immigrati. Gli investigatori registrano almeno 150 colloqui tra Buzzi e il sindaco Fabio Stefoni. Sul Centro Immigrati, gara prima vinta poi persa per un ricorso al Tar, Buzzi e Carminati mettono in campo tutte le loro conoscenze, arrivano fino a Gianni Letta e al prefetto Pecoraro. Avvicinano un viceprefetto (“avemo la prefettura in tasca” dice una volta Buzzi) per confezionare un dossier contro il giudice del Tar che gli aveva tolto “il malloppo” del centro immigrati. Ma illuminanti di come agisce Mafia Capitale e della sua capacità di penetrazione sono certi colloqui con Stefoni (indagato).

In cambio della sponsorizzazione del progetto SPRAR, Buzzi e soci s’impegnato a finanziare la campagna elettorale per la rielezione di Stefoni a sindaco. “Ieri so’ andato dal sindaco di Castelnuovo di Porto – racconta Buzzi – sponsorizziamo sulla campagna elettorale..10 mila euro. In cambio lui è disponibile a venirci incontro. Perché la campagna costa 40 mila euro, gliene pagamo la metà. La campagna costa veramente 25 mila euro, più 5 a Ostia, 30 mila euro pe (inc) mortacci sua”. Stefoni, va detto, non pensa solo a sé. Ma anche alla sua comunità. In un’altra telefonata con Stefoni gli chiede “i nomi dei beneficiari dei 10 mila che la cooperativa deve elargire elargire in favore delle associazioni sportive del comune”. Sperando poi che quei soldi siano almeno arrivati veramente allo sport.